Elezioni politiche, Paragone (Italexit) a Lamezia: "In Calabria servono investimenti"

 

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Lamezia Terme - Tappa lametina per il leader di Italexit, Gianluigi Paragone su corso Nicotera in occasione della presentazione dei candidati alla Camera e al Senato. Sul palco anche il coordinatore regionale Massimo Cristiano, capolista alla Camera dei deputati che ha introdotto l'incontro ricordando i primi passi mossi per la costituzione del movimento. Paragone nel suo intervento ha subito puntato il dito contro la "carenza di infrastrutture in Calabria. Una regione dove servono investimenti. Lo Stato non si rende conto del rischio che corrono i cittadini". Quindi, strali contro Salvini e Conte che "raccontano delle pseudo verità agli italiani; dicono una cosa poi un'altra però poi si trovano a governare insieme. Se i soldi per le bollette non sono arrivati è colpa di un Governo che ancora oggi è sostenuto dai partiti che compongono il centrodestra, il centrosinistra, il movimento Cinquestelle, nessuno si può sfilare". Sul caro energie, per Paragone "servirebbe uno scostamento di bilancio di 35 mld. Ma soprattutto chiedere ad Eni che è una partecipata, i 7 miliardi di extraprofitti per destinarli a famiglie e piccole imprese. Sono soldi anche nostri".

J'accuse nei confronti di Draghi "che non affronta i problemi delle persone e che non è stato eletto da nessuno. Da qui a dicembre - ha stigmatizzato - le bollette saranno proibitive. Ho ascoltato imprenditori disperati che non ce la fanno. I burocrati stanno facendo morire gli italiani". E ancora, attacco frontale a Conte, leader del suo ex partito Cinquestelle. "Conte - ha tuonato Paragone - è quello che ha messo Alessandro Profumo, quello del Monte dei Paschi, nell'azienda Leonardo; è quello che ha lasciato ancora le concessioni autostradali ai Benetton e che ha comprato le mascherine costruite dalla Fca di Elkann che non sono servite". Conte "è l’uomo dell’obbligo vaccinale, colui che ha messo il ministro Speranza, il commissario Arcuri. L'uomo dei Dpcm. Nel Governo c'è ancora un suo ministro, Patuanelli così come Salvini ha ancora Giorgetti ministro. Fanno una lotta simulata ma sono tutti dentro”. "Uno Stato, quello italiano - ha evidenziato altresì Paragone - che si assoggetta all'Europa e che non ha una moneta propria. Uno Stato, il cui Governo dà 700 milioni di euro all'Ucraina. Mentre per i cittadini italiani i soldi non arrivano". Un Paragone, dunque, che ha cercato di scuotere i lametini invitandoli ad andare a votare per esorcizzare lo spauracchio dell'astensionismo e "per non fare il gioco dei mercati internazionali ma per difendere la democrazia, perché questi partiti non riescono a fornire più una risposta ai cittadini perché stanno governando per le multinazionali e per il sistema finanziario. I cittadini rimangono sullo sfondo con i loro problemi".

A.C.

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