Un’altra Italia intollerante verso l’intolleranza

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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Paolo Polegato, amministratore delegato dell’Astoria Wines, non ce l’ha fatta più dopo quello che è successo a Daisy Osakue, campionessa di atletica italo-nigeriana, colpita ad un occhio da un uovo lanciato da un’auto in corsa. Ha comprato pagine di giornali e ha fatto la sua pubblicità. Ho visto e ho letto il messaggio antirazzista dopo l’episodio di aggressione contro la giovane di colore: un manifesto dove campeggia la scritta "Intolleranti verso l'intolleranza"; quindi il volto di una stupenda ragazza di pelle nera (nera, nera “come il carbon”), con bandiera tricolore sulle labbra e sulle spalle. Iniziativa originale e di sicuro effetto. Non nuovo a promozioni di tal fatta l’imprenditore trevigiano: ha finanziato in passato il Gay Pride di Treviso, eventi multiculturali e campagne contro l’odio negli stadi. Produce prosecco Doc nella regione governata dal leghista Gianluca Zaia. Polegato ha le idee chiare: “bisogna essere solidali non solo per scelta personale, ma anche per salvaguardare l’immagine sia quella aziendale, sia quella di noi come Paese. Purtroppo l’Italia è percepita all’estero come luogo che sta rapidamente scendendo verso il razzismo, e questo naturalmente danneggia l’aspetto economico di un’azienda”. Così in una intervista concessa a la Repubblica.

 Ha poi espresso apprezzamenti nei confronti del governatore “verdissimo” Zaia e ha raccomandato di “abbassare i toni ai più alti livelli”. Evidente il riferimento a Matteo Salvini. Per tutta risposta il post su Facebook di Lorenzo Fontana, ministro per la Famiglia e le Disabilità, già noto a chi difende i diritti sacrosanti per essere contro l’aborto, le coppie gay e le famiglie arcobaleno. Qualche stralcio di quanto scritto dal responsabile del governo gialloverde riportato da R.it: “Abroghiamo la legge Mancino (…) usata per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”. Sulle prime il ministro dell’Interno si era detto d’accordo. D’altronde ci aveva provato nel 2014 ad abrogarla con il tentativo, poi fallito, di una raccolta firme per un referendum.  Poi il passo indietro: “Non è una priorità di governo”. Più esplicito Di Maio:” Non è nel contratto di governo”. Più categorico il Presidente del Consiglio: “Sono sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l’incitazione alla violenza e a qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa”.

La legge 205, meglio conosciuta come legge Mancino, è del 1993; spedisce in carcere, con una pena da 6 mesi a 4 anni di reclusione, chi incita a commettere violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi. Alla fine, dopo le dichiarazioni di Conte, anche il ministro Fontana è tornato sui suoi passi, chiedendo un momento di riflessione sull’argomento con il Capo del governo. Ma torniamo alla “intolleranza” di Polegato. La sua conclamata preferenza per Zaia mi ha fatto venire in mente il recente saggio Meglio meno non è meglio di Massimo Livi Bacci, professore di demografia all’Università di Firenze. Alcuni dati: “[In Italia] la combinazione di bassa natalità e alta sopravvivenza si traduce in pochi giovani e molti vecchi. Nel 2018 le donne di 83 anni sono più numerose delle bambine di un anno che potrebbero essere le loro bisnipoti (…). Poiché gli anziani crescono di numero, cresce anche il numero dei decessi e questi, da un decennio, superano il numero dei nati”. Stiamo diventando una popolazione sempre più vecchia, fuori dal mercato del lavoro. Sarebbero auspicabili nuovi nati per essere in futuro nuovi giovani necessari per il mercato del lavoro. L’ONU prevede un flusso annuale di 100 mila immigrati, l’ISTAT di 160 mila. Nei prossimi anni l’immigrazione regolare potrebbe farsi risorsa.

 Il docente aggiunge: “Prospettive condivise (ma non sbandierate) anche dai movimenti più ostili all’immigrazione”. Nella nota 5 del saggio lo studioso afferma che esiste un’altra Lega oltre quella salviniana: “Seminascosta nelle proposte elettorali della Lega c’è quella che prevede di adottare meccanismi di mercato per quanto riguarda l’immigrazione regolare subordinando le richieste alla verifica della disponibilità dei cittadini italiani. I leghisti sanno bene quanto vitale sia stata l’immigrazione per sostenere l’economia del Nord, e del Veneto in particolare (col favore delle organizzazioni imprenditoriali), e quale disastro produrrebbe il blocco dell’immigrazione”. Il saggio è stato pubblicato nel maggio scorso, su Limes. La lettura ci permette di scoprire con grande gaudio (direbbe Papa Francesco) che esistono posizioni diverse nella Lega.  C’è una Lega meno appariscente che non fa propaganda (o campagna elettorale permanente) ad ogni piè sospinto, meno populista e che governa le regioni del Nord.  Per alcuni leghisti conviene essere accoglienti verso gli immigrati regolari, soprattutto quando si trova una via sostenibile alla integrazione. Come conveniva nel secolo scorso agli Usa, alla Germania, al Belgio, al Nord Italia. Sarebbe utile fare qualche ora di storia nelle nostre scuole sull’ondata migratoria del II dopoguerra italiano. Aiuterebbe le giovani generazioni a guardare “l’altro” con occhi diversi, evitando così il lancio di uova e altre “goliardate” o, addirittura, l’odio razziale. 

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