Anticorruzione: le nuove regole per gli appalti delle pubbliche amministrazioni

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gull.jpgdi Pino Gullà

Mentre veniva pubblicato l’ultimo blog dove si  parlava della tangente sotto forma di altra utilità, tra cui poteva starci la compagnia di una escort, è stato arrestato un pm con l‘accusa di “favori in cambio di sesso”. Ennesima notizia, ennesima conferma. Purtroppo. Intanto continua la grande corruzione come dimostrano le inchieste a Roma e a Milano (appalti). Di più vasta portata l’indagine concernente il Monte dei Paschi di Siena, banca con secoli di attività finanziaria sulle spalle. A tal riguardo giornali nazionali hanno parlato di fondazioni, derivati, bande del 5%. Ma i giornalisti finora hanno sempre usato il condizionale o hanno ripetuto più volte le frasi: “secondo le indiscrezioni, da fonti bene informate”. Nel contempo hanno virgolettato le poche parole del magistrato che conduce le indagini: “Non posso dirvi nulla, la situazione è esplosiva e incandescente”. Per adesso sembra che l’eccesso mediatico sopravanzi, e di molto, il percorso della giustizia. E’ apparso sulla stampa l’eventuale decisione da parte della procura senese di un procedimento per insider trading (compravendita di titoli di chi ha informazioni privilegiate) e/o aggiotaggio. La situazione ha raggiunto un livello tale da fa sì che il Capo dello Stato esorti alla moderazione per evitare il rischio di strumentalizzazioni a fini elettorali. Attendiamo gli sviluppi delle inchieste. Nel frattempo rivolgiamo l’attenzione sul DDL anticorruzione. A Milano, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, valutazione positiva sul testo di legge del 31 ottobre scorso in quanto rappresenta “un chiaro messaggio di ripulsa degli attuali tassi di corruzione”. Finalmente è stato approvato dopo tanto tempo. Ne vediamo sinteticamente, e quindi in modo incompleto, alcune modifiche (novità) al Codice penale. La concussione del pubblico ufficiale è punita con la reclusione da 6 a 12 anni. Per la corruzione dello stesso la pena va da uno a cinque anni. L’induzione indebita a dare o promettere utilità per colpa del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio prevede il carcere da 3 ad 8 anni. Una pena da 1 a 3 anni di reclusione a colui che sfrutta le sue conoscenze con il pubblico ufficiale (in gergo il traffico d’influenze illecite) allo scopo di “farsi dare o promettere denaro o altro vantaggio”. Passando, poi, agli obblighi negli enti locali,  il responsabile della prevenzione della corruzione elabora il piano triennale con meccanismi di controllo e di monitoraggio. Problemi disciplinari in caso di reato (sospensione dal servizio e dalla retribuzione). E ancora. Tutto sarà pubblicato sul web: bilanci, conti consuntivi, costi delle opere pubbliche, servizi ai cittadini. In buona sostanza trasparenza nella pubblica amministrazione e anche per i patrimoni dei politici, parenti inclusi. In ogni prefettura ci sarà la “white list, l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti all’infiltrazione mafiosa”. Da ricordare, inoltre, la delega al Governo per un decreto sull’incandidabilità che è stato già approvato. Sui limiti. Restano fuori dal decreto i cosiddetti “reati satelliti”: falso in bilancio, voto di scambio, autoriciclaggio, prescrizione… E poi nella maggior parte dei casi la corruzione è ben nascosta. Sono sempre consentite le intercettazioni telefoniche per avere riscontri? Alcune indagini hanno bisogno di tempi lunghi. Interverrà la prescrizione?  Nelle “cricche”, che si formano anche sui rapporti e sulle telefonate, è probabile il traffico d’influenze illecite. Per questo reato (carcere da uno a tre anni) non sono permesse le intercettazioni telefoniche. Che faranno le Forze dell’Ordine e i Magistrati? Gli indovini?

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