“Ci dev’essere uno strano godimento a sentirsi inutili, perché sono tutti più allegri, più ottimisti e tutti via a sciare e vela, equitazione, golf”

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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maria_arcieri.jpgNon è un nuovo modo di fare la corte. Diciamo che è sempre esistito. Ma è banale per chi non lo accetta o lo osserva…e riflette.

Mi spiego. Quando un uomo o una donna mette tra virgolette o in modo esplicito davanti all’altro i suoi beni. Esatto. Nella conversazione o nella fase di amicizia, inserisce in quasi tutte le frasi, un suo avere, una sua proprietà, insomma, i suoi possedimenti. E’ un modo per dire: “Io ho tutto questo!”. Avviene in entrambi i sessi. La donna magari esibisce griffe a tutto spiano, indossa gioielli e guida spider. Sembra che urli ai quattro venti, (per questo opta per il coupè), “Sono benestante, mi vesto alla moda e indosso le ultime novità Bulgari-Tiffany.” E’ un richiamo della giungla verso l’altro sesso. E lei spera così di attirare a sé un simil griffato magari con  barca per attraversare gli oceani durante le vacanze. E come se fosse una partita a dama. Quando si arriva al capolinea  è l’incontro dei due giocatori.

Poi ci sono quelli nascosti o semi-basso profile. Questi possiedono decine di case e terreni ma, se non sei un ottimo investigatore, difficilmente riesci a scovare.  La maggior parte di loro tentano il low-profile ma  in realtà sono molto più millionaire  degli scappottati con la barca. Ritornando alla corte da parte dei signori a più zeri.  La loro unica paura è quella di essere scelti per ciò che possiedono insieme a quella di diventare poveri. E quindi sono diffidenti verso tutti, però al primo incontro non risparmiano la lista dei loro averi, forse per sondare se ancora fanno presa sull’altro sesso, però rimanendo in panchina per paura di essere presi in giro.

L’unica è, se magari donassero tutto alla Caritas, solo così capirebbero se è veramente amore quello che provano gli altri o puro interesse. O forse, in realtà, amano solo quello che possiedono, che gli basta e avanza. Senza mai dover rischiare di poterlo perdere….

Il titolo è tratto dalla canzone: “Gli inutili”, di Giorgio Gaber

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