Trivelle nello Jonio, silenzi imbarazzati

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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A più di quattro settimane (30 settembre) dall'accoglimento da parte di dieci Consigli Regionali di tre quesiti referendari contro le trivellazioni in mare, il Governo - attraverso la Commissione Tecnica VIA del Ministero (della distruzione) dell'Ambiente - ha dato (13 ottobre) parere positivo per le attività di ricerca di idrocarburi nel Mar Jonio della compagnia petrolifera Shell. Come se il Governo avesse atteso l'esaurirsi dell'attenzione mediatica sul tema per tornare all'attacco delle popolazioni e dell'ambiente con le sue idee anacronistiche e affaristiche di politica energetica.

Le due istanze costituiscono per Shell un tutt'uno sotto il profilo industriale. Il loro inquadramento geografico è descritto anche nella Sintesi non tecnica del progetto redatto dalla Shell: "Il punto più a Nord del blocco in oggetto si trova a circa (meno) 12 miglia nautiche da Capo Spulico, la parte più orientale dista circa 8 miglia marine da Trebisacce, mentre il punto più a Sud dista circa 14 miglia da Punta Alice".

I progetti espansionistici della Shell nello Jonio, coerenti con la Strategia Energetica Nazionale, possono e devono essere arrestati: grazie allo Sblocca Italia si fa concreta la possibilità che, una volta individuato il Piano delle Aree e ottenuti i permessi di ricerca, la compagnia olandese richieda e ottenga la conversione dei titoli di ricerca in titoli concessori unici.

Questo vuol dire che individuata la presenza di idrocarburi, la Shell non dovrà più chiedere permessi, potendo procedere in automatico e senza preavviso alle trivellazioni e all'attività estrattiva. Molto probabilmente stiamo assistendo al definitivo svuotamento di rappresentatività dei Governi Regionali: i nostri Governatori sono di fatto inutili! Se questo è vero, come d'altronde appare, si comprende molto meglio il motivetto di avvertimento − “questa decisione non è un atto politico contro il Governo Renzi” − reiterato da parte del Governatore pugliese a Bari, durante la conferenza stampa indetta dopo l'Assemblea dei Governatori che aveva deciso di accogliere i quesiti referendari. Ora vedremo quali misure vorranno prendere sia in termini amministrativi (è possibile il ricorso al T.A.R. entro 60 giorni dal 13 ottobre) che politici. Se nessuna azione verrà messa in atto, si potrà pensare che tutto quello che è successo durante il mese di settembre era concordato fra Governatori e Governo (rappresentanti di uno stesso schieramento politico, il Partito Democratico).

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