"Solitamente nel fare delle analisi sociologiche ci si impegna a scrivere fiumi e fiumi di parole in cui i concetti essenziali sono pochi ma rilevanti. Vi invito invece a prendere coscienza di alcuni semplici ma importanti dati statistici che ci aiutano a ragionare su quella che è la visione umana del mondo che ci circonda:
Dati statistici di introduzione,
- al mondo ci sono 4,5 miliardi di persone che vivono con meno di 5 dollari al giorno;
- negli Stati Uniti sono morti nel 2017 per suicidio, overdose da oppioidi, alcolismo un numero di persone maggiore dei soldati americani caduti nella guerra dell’Iraq e del Vietnam messi assieme;
il dato sui morti per suicidio negli Stati Uniti ci aiuta sicuramente a riflettere su quello che sono i lati negativi di un ‘economia a stelle e strisce. Non bisogna dimenticare il concetto di una realtà fatta dai mass media in cui le mode e le tendenze, soprattutto quelle tecnologiche arrivano da quell’America che lascia morire nella povertà e nel degrado umano un cosi alto numero di persone. La tecnologia dovrebbe essere a servizio dell’uomo e usata dagli essere umani in modo tale da rendere la vita più bella. Mi chiedo e vi chiedo alla luce della metà del genere umano che vive con meno di 5 dollari al giorno e pensando ad i numerosi morti per mancanza di una mano amica che ci sono negli Stati Uniti, a cosa serve la tecnologia ? dove è il lato buono del mondo? Appare evidente che una grossa parte dell’economia è volta a ricercare il profitto e magari ha tutti gli interessi a poter contare su salari bassi e manodopera fornita gratuitamente. In questi due dati statistici si nota che c’è qualcosa che non va nella mentalità capitalistica, essa non prevede l’occuparsi in maniera attiva e propositiva di chi non genera profitto. Chi non spende e non può spendere ha poca importanza per il mercato, di contro un sistema pubblicitario e massmediatico cerca di catturare l’attenzione e plasmare le esigenze di quell’altra metà del mondo che può spendere. Se l’analisi si terminasse qui staremmo a descrivere un problema di ingiustizia sociale facilmente risolubile, date ad i poveri parte di ciò che possiedono i ricchi. Il problema si aggrava se pensiamo che in realtà le risorse su questo pianeta non sono illimitate come qualcuno vorrebbe farci credere, gli occidentali che rappresentano il 20% della popolazione consumano l’86% delle risorse mondiali, il resto va agli altri mondi cioè quelli degli scartati dalla crescita. Quindi il motto e la soluzione realistica a ben vedere sarebbe non quello che i ricchi diano ai poveri, ma che la popolazione occidentale di questo mondo vari il proprio modo di “nutrirsi”. Non più cibo usa e getta ma articoli che durino e una vita più modesta che dia spazio ai nostri fratelli che vivono in altre realtà, si tratta in maniera concreta di redistribuire in modo equo le risorse mondiali. Un grosso fattore la gioca l’obsolescenza programmata e il tenore di vita occidentale basato su un alimentazione in cui le proteine di origine animali la fanno da padrone. Bisognerebbe pian pianino rinunciare alla carne per le lenticchie, i ceci, i fagioli e quanto altro di vegetale favorisce un apporto proteico, per evitare che si disboschi ulteriormente per produrre soia transgenica da dare da mangiare ai grossi allevamenti di animali. Concludo con una frase di Papa Francesco: “Dio non abbandona le sue creature in balia del male. Al contrario le invita a collaborare con tutti per il bene comune”.
Ing. Francesco Campisano (Cultura, Movimento, Condivisione)
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