Presentato nel castello di Pizzo il libro di Vincenzo Villella sulla morte di Gioacchino Murat

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Pizzo - Nella saletta del castello di Pizzo dove la Commissione militare, nominata dal generale Vito Nunziante, il 13 ottobre 1815 emise la sentenza di morte per fucilazione del re di Napoli Gioacchino Murat è stato presentato in anteprima il libro dello storico Vincenzo Villella “Joachim Murat. La vera storia della morte violenta del re di Napoli”. Di fronte ad un uditorio selezionato di sindaci, studiosi, rappresentanti di associazioni culturali di tutta la Calabria ha aperto i lavori il professor Giuseppe Pagnotta, presidente dell’”Associazione Murat onlus” che ha finanziato la stampa del volume insieme alla Regione Calabria.

Ha preso poi la parola il dottor Domenico Surace, esperto di storia napoleonica, che ha disquisito sull’importanza del libro, mettendo in luce il grande lavoro di ricerca archivistica e bibliografica operato dall’autore. In particolare, ha sottolineato che “i drammatici fatti di Pizzo nella settimana dall’8 al 13 ottobre 1815, che hanno cambiato la storia dopo il decennio francese e la caduta di Napoleone, coinvolsero le principali cancellerie europee facendo della vicenda finale della vita di Murat il momento storico più importante di quel periodo”. 

Nella conversazione con l’autore Surace ha puntato a mettere a fuoco tutti gli aspetti della controversa vicenda murattiana: il presunto complotto tesogli dalla polizia borbonica per attirarlo a Pizzo, il ruolo avuto da una parte della popolazione pizzitana nella sua cattura, il tradimento di alcuni suoi fidati generali, l’umanità del generale Nunziante, l’ignominia del capitano di gendarmeria Trentacapilli, il processo farsa, il presunto vilipendio del cadavere, il sogno di Murat di costituire un’Italia unita partendo da Sud con Napoli capitale, le sua grandi iniziative legislative e pratiche per trasformare il regno di Napoli da uno Stato feudale in un Stato moderno all’avanguardia in Europa. 

I passi più coinvolgenti del libro, compresa la lettera commovente scritta da Murat alla moglie e ai figli, sono stati declamati da Claudia Andolfi e Angela Maria Belvedere accompagnati al pianoforte dal maestro Francesco Silvestri. Prima della conclusione il presidente dell’Associazione Murat Pagnotta ha ricordato tutti gli appuntamenti che da oggi ad ottobre caratterizzeranno le celebrazioni murattiane. La manifestazione si è conclusa con il canto, da parte del soprano Claudia Andolfi, dell’inno patriottico “Addio, mia bella addio” e dell’inno nazionale italiano con tutto l’uditorio in piedi. Subito dopo l’Associazione Murat ha provveduto a distribuire il libro a tutti coloro che ne avevano fatto motivata richiesta. 

 

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