Lamezia Terme – Un personaggio legato al risorgimento italiano che ha promosso l’unità del paese e con il suo proclama di Rimini, secondo la recente storiografia, avviò formalmente il Risorgimento. È stata così delineata, dallo storico Vincenzo Villella nell’aula dell’Uniter, la figura del re e generale francese Gioacchino Murat nel bicentenario della sua morte. Villella ha dettagliatamente esposto e approfondito con relazioni e documentazioni storiche le vicende che hanno interessato il re francese in particolare dal giorno della sua cattura avvenuta l’8 ottobre 1815 sino al giorno della sua fucilazione il 13 ottobre. Durante il convegno è stata tracciata anche la figura di Murat dal punto di vista politico. Vincenzo Villella nella sua relazione con l’ausilio di documenti storici, traccia l’eroica figura del generale francese. Senza mancare di dare forte rilevanza all’impatto che può generare una corretta memoria storica, in quanto, se correttamente dimostrata ed attestata da valida documentazione è di valido aiuto per le generazioni attuali e future. “Con insulti, provocazioni e ostilità varie la popolazione di Pizzo accolse Murat. Tali ostilità vennero confermate solo due giorni dopo la sua esecuzione.
Infatti, una delegazione della popolazione di Pizzo si recò a Napoli da re Ferdinando per chiedere una ricompensa per avere eliminato ‘lo scomodo, agli abitanti di Pizzo’, Murat”. ”Ma Murat - ha commentato lo storico - nel suo breve periodo calabrese emanò importanti decreti e norme alcuni in ambito sanitario sull’utilità dei vaccini, altri per limitare la mendicità e l’accattonaggio. La seppur breve, parentesi murattiana - ha concluso - fu dunque una fase di risveglio e rinascita per la Calabria intera”. Un breve e significativo intervento è dato anche da Giuseppe Pagnotta (presidente dell’associazione ‘Gioacchino Murat’ - onlus di Pizzo) il quale offre un breve inciso sul decennio in cui Murat visse e governò in Calabria, allora facente parte del regno di Napoli sotto il re di casata borbonica Ferdinando . “L’associazione cui presiedo cerca di far rivivere il periodo storico in cui si svolsero le vicende a lui inerenti. Nostro obiettivo è dunque trovare finalmente i resti di Re Murat, per scoprire se il suo corpo si trova ancora a Pizzo dove nei giorni scorsi è stato avviato l’iter per l’esame del DNA sui presunti resti del Re di Napoli dal 1808 al 1815".
F.I.
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