Conclusa “Catanzaro Design Week” tra esposizioni, workshop ed eventi musicali

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Catanzaro - Si è conclusa nel Complesso monumentale del San Giovanni, nel centro storico di Catanzaro, “Catanzaro Design Week”, la settimana dedicata al design con l’obiettivo di creare una rete che mappa il mondo del design, dei processi di valorizzazione del territorio, dell’artigianato, e del mondo imprenditoriale. Una buona occasione per mettere in mostra le più diversificate opere dei talenti locali. Tra gli ospiti Leonardo Sonnoli, Giorgio Caporaso, Carlo Colombo, Emilio Leo. A dare piena realizzazione alla tre giorni appena trascorsa, sono stati i due giovani architetti catanzaresi, Giuseppe Anania e Domenico Garafalo, fondatori di Officine AD, un laboratorio di ricerca multidisciplinare che mette in relazione tradizione e innovazione. Esposizioni, talk, workshop, eventi musicali e tanto altro, inseriti in un programma ricco ed innovativo nel suo genere, che ha visto fino alla conclusione della manifestazione grande affluenza del target giovanile e adulto.  

L’esposizione si è aperta con un percorso che ha dapprima accompagnato ad alcuni oggetti iconici, progetti e designer che hanno fatto la storia del disegno industriale. Si è poi proseguiti verso autoproduzioni ed esperimenti dedicati soprattutto ai giovani. Punto centrale, fisico e concettuale dell’esposizione è stata la sezione dedicata ai risultati dell’incontro tra artigianato e design, “fare, pensare, innovare” dove sono stati presentati alcuni oggetti che rileggono le tecniche artigianali tradizionali, proponendo nuove applicazioni ed utilizzi delle stesse. Particolare anche il percorso ideato dai lametini Roberta Rosato ed Enzo Careri “Teknocoop Wood Design Solution”, installazione strumentale alla presentazione della sedia in legno da loro creata, dal titolo “Flashback – Riflessioni da una fotografia”. “Livelli di fruizione dell’oggetto di design e dinamiche percettive collegate ad essi” – spiegano. Si tratta di sei sedie in ‘betulla’ con ipotetici livelli di fruizione con l’invito a un’azione partecipata da parte del pubblico. Dunque, design come atto performativo, ma anche esperienza, meditazione, nuovo modo di osservare e valutare un oggetto partendo da una fotografia, o meglio dal riflesso di essa, in particolare quella scattata da Aurelio Amendola nel 1977 a Andy Warhol nella Factory a New York.  

L’iniziativa ha rappresentato una vetrina per i designer, un punto d’incontro tra progettisti e realtà produttive, dunque l’auspicio è quello di dare continuità a questo evento, facendolo diventare un appuntamento fisso, e creando così un circolo virtuoso per tutta l’area del capoluogo. Uno strumento per avvicinare anche il pubblico dei non addetti ai lavori al mondo del design.

V.D.

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