Relazione Dia: 'ndrangheta leader in narcotraffico e infiltrazioni nelle istituzioni

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Roma - "La 'ndrangheta, nata come ordine malavitoso di tipo rituale essenzialmente ed esclusivamente calabrese, da tempo ha oltrepassato i confini regionali, diventando un network criminale capace di agire con grande disinvoltura nei contesti più diversificati, con un’accentuata vocazione verso i comparti economici, finanziari ed imprenditoriali. La crescita esponenziale della delittuosità di tipo transnazionale, che trova nel narcotraffico l’espressione più immediata di guadagno illegale, ha dato un valore aggiunto macrocriminale alle cosche e ai locali presenti in Italia e all’estero". A lanciare l’allarme è la Direzione investigativa antimafia nella Relazione semestrale sull’attività svolta nel secondo semestre 2023. "La disponibilità di ingenti capitali derivanti dal ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale – spiegano gli investigatori della Dia - unita a una spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico, hanno permesso alla 'ndrangheta di consolidare rapporti con le più importanti organizzazioni criminali omologhe del Centro e del Sud America. Negli ultimi anni anche l’Africa occidentale è diventata per le cosche di 'ndrangheta una tappa sempre più importante per i propri traffici. In particolare, la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana sono diventate cruciali basi logistiche per i narcos. A questi Paesi si aggiunge di recente anche la Libia. Analoghe considerazioni valgono per gli Stati Uniti ed il Canada, ove l’infiltrazione criminale della ‘ndrangheta appare oramai compiuta".

Nel Nord, ma anche nel Centro Italia, la ‘ndrangheta cerca di insinuarsi sempre più nel mondo dell’economia e della finanza. Le numerose segnalazioni di operazioni sospette sono il riflesso di una modalità operativa che punta a riciclare e reimpiegare rilevanti quantità di denaro nelle aree più produttive del Paese". Lo sottolinea la Dia nella sua ultima Relazione semestrale al Parlamento.  "La capacità di condizionamento nei confronti delle istituzioni non è più solo problema a carattere locale – avverte la Relazione - ma è una criticità ormai rivolta anche al Nord Italia, come testimoniato, negli ultimi anni, dallo scioglimento di diversi consigli comunali. Scioglimenti che in Calabria si concretizzano con elevata frequenza e che danno la misura della vulnerabilità delle amministrazioni locali che, all’esito di investigazioni giudiziarie, rivelano spesso la permeabilità degli organismi elettivi alla pressione criminale. La 'ndrangheta ha dimostrato di saper intercettare opportunità e di approfittare delle criticità ambientali per trarne vantaggio, perseguendo una logica di massimizzazione dei profitti e orientando gli investimenti verso ambiti economici in forte sofferenza finanziaria".

Corruzione strumento priviligiato mafie

"La corruzione costituisce lo strumento privilegiato per trasformare i potenziali nemici in alleati preziosi, con l'ulteriore vantaggio di essere silenziosa". A dirlo il direttore della DIA, Michele Carbone, presentando la relazione sull'attività svolta nel primo semestre 2023. "Le intimidazioni - ha aggiunto - sono risultate essere anche funzionali talvolta al condizionamento dell'operato dei pubblici amministratori, in special modo nell'affidamento di appalti di imprese vicine ai clan. Inquietanti sotto questo profilo sono stati i non pochi episodi minatori ai danni di consiglieri comunali e sindaci, in particolare nei comuni calabresi". Il direttore della Dia ha poi sottolineato che "dal 1991 al 2023 sono stati sciolti 379 consigli comunali per infiltrazioni mafiose, di cui 25 annullati a seguito di ricorso. A questi si aggiungono 7 aziende ospedaliere ( 5 in Calabria e 2 in Campania). La regione con maggior numero di consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa è la Calabria con 130 Comuni".

Mafie usano social e app per le attività illecite

"Con il liberarsi dal modello di una mafia di vecchia generazione, aderendo piuttosto alla nuova ed accattivante immagine imprenditoriale, l'uso della tecnologia assume un ruolo determinante per l'attività illecita delle organizzazioni criminali che, con sempre maggiore frequenza, utilizzano i sistemi di comunicazione crittografata, le molteplici applicazioni di messaggistica istantanea e i social". Lo si legge nella Relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia presentata a Roma. "Dagli esiti delle indagini concluse nel semestre, emerge come la principale fonte di redditività dei cartelli criminali, a livello transnazionale, continui ad essere il traffico di sostanze stupefacenti a volte gestito - viene sottolineato - mediante nuovi modelli organizzativi capaci di sfruttare il web, soprattutto nella fase dello smercio".

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