Lamezia Terme - Dopo l’assoluzione, in primo grado, di tutti gli imputati del processo scaturito dall’omicidio dell’avvocato lametino Torquato Ciriaco avvenuto nel 2002 “per non aver commesso il fatto”, la Procura ha presentato ricorso contro la sentenza di primo grado pronunciata nel settembre scorso. Ad un anno esatto, quindi, dalla sentenza di assoluzione, si ritornerà in aula, questa volta in Appello, il 20 settembre prossimo.
Tommaso Anello, i fratelli Vincenzino e Giuseppe Fruci e il collaboratore di giustizia Francesco Michienzi, quest’ultimo si era autoaccusato di aver partecipato all'omicidio del legale lametino e proprio grazie alla sua collaborazione il caso era stato riaperto, erano stati assolti dal gup del Tribunale di Catanzaro, Giovanna Gioia, che ne aveva stabilito la non colpevolezza. L'accusa sosteneva che Ciriaco fu ucciso perché voleva acquistare un'azienda edile che la cosca Anello voleva finisse ad un imprenditore già sottoposto ad estorsione.
Un fatto di sangue avvenuto il primo marzo 2002 quando l'avvocato fu ucciso nei pressi dello svincolo dei “Due Mari” in un agguato. A quindici anni dal delitto, nel gennaio del 2014, la Dda di Catanzaro chiuse le indagini per i tre imputati, dopo le dichiarazioni del collaboratore. La pubblica accusa aveva chiesto la condanna all’ergastolo dei tre, mentre, per il collaboratore Michienzi, la condanna a dieci anni di reclusione. Nel processo si era costituita parte civile la famiglia del legale lametino.
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