Lamezia, confiscati beni per oltre 8,5 milioni a Giuliano Caruso - VIDEO

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Lamezia Terme - Confiscati beni mobili e immobili riconducibili all'imprenditore lametino Giuliano Caruso, accumulati nel tempo, fra l’altro, soprattutto con i proventi derivanti da prestiti con tassi usurari (che si attestavano anche su oltre il 90% annuo). Il provvedimento è stato eseguito dal gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme, guidato dal comandante Ten. Col. Fabio Bianco. La confisca dei beni (adottato ex d.lgs. 159/2011), è stata disposta dal tribunale di Catanzaro – sez. Seconda penale – presidente Giuseppe Valea su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia, Procuratore della Repubblica Salvatore Curcio e sost. Proc. dott.ssa Marta Agostini sulla base delle informative del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme. Le indagini sono state eseguite dal Nucleo Mobile del Gruppo GdF lametino.

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La confisca del patrimonio dell’imprenditore rappresenta l’esito delle indagini di polizia economico-finanziaria, istituzionalmente svolte dalle fiamme gialle, volte all’individuazione e all’aggressione dei patrimoni conseguiti da chiunque si arricchisca a mezzo di attività illecite di qualsivoglia natura. I mirati accertamenti patrimoniali e reddituali dei finanzieri, condivisi dalla magistratura, sono riusciti a dimostrare che i beni confiscati hanno un valore economico del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati nel tempo, tenuto pure conto dell’elevato tenore di vita mantenuto dall’imprenditore, pazientemente dimostrato dai militari. Ciò ha consentito alla guardia di finanza di Lamezia di delineare un solido quadro indiziario, indispensabile per disporre la confisca dei patrimoni rivelatisi di origine illecita o ingiustificati nel loro possesso, il cui valore si attesta in oltre 8.500.000 euro.

La misura ablatoria ha riguardato:

  • due ville ubicate in un residence turistico della riviera tirrenica; 

  • un fabbricato adibito ad uffici ed un magazzino ad uso commerciale 
ubicati nel centro cittadino; 

  • una lussuosa villa collocata nella zona montana di Lamezia, con annessa piazzola di atterraggio per elicotteri; 

  • una grande struttura adibita ad hotel e ristorante ubicata nell’hinterland lametino; 

  • una grande struttura adibita ad attività commerciale ubicata nella periferia lametina; 

  • 15 appezzamenti di terreni – agricoli ed edificabili; 

  • una ditta individuale operante nel settore dell’edilizia; 

  • quote societarie ed intero compendio aziendale di due società 
operanti rispettivamente nel settore della ristorazione e della 
compravendita di immobili; 

  • quote societarie ed intero compendio aziendale di due s.r.l. 
operanti nel settore edile; 

  • quote societarie ed intero compendio aziendale di una società di 
persone operante nel settore del commercio di preziosi ed 
immobiliare; 

  • quote societarie di una s.r.l. operante nella ristorazione e caffetterie; 

  • quote societarie di una s.r.l. operante nel settore delle scommesse.

 

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Alcuni dei beni sottoposti a sequestro sono risultati intestati anche a dei prestanome. Infatti, nell’ambito di un parallelo procedimento penale, istruito sempre dalla procura della Repubblica di Lamezia, risulta già indagato per intestazione fittizia di beni un soggetto che si era intestato le quote societarie di una s.r.l. per nascondere la reale riconducibilità delle stesse al destinatario della confisca. 
Con l’esecuzione della confisca odierna si completa l’ablazione di beni già disposta dal tribunale – ufficio gip – di Lamezia, effettuata sempre su richiesta di questa procura della Repubblica, nell’ambito dell’operazione della guardia di finanza di Lamezia denominata “Turpe lucrum” e condotta nei confronti del medesimo imprenditore per il reato di usura.

Il difensore di Giuliano Caruso precisa che “Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, occupandosi sotto altri profili del decreto di sequestro dei beni, ha chiesto l’annullamento con rinvio del decreto stesso”. 

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