Lamezia, confiscati beni per 250mila euro a Pasquale Gullo

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Lamezia Terme - I finanzieri del gruppo di Lamezia Terme, guidati dal colonnello Fabio Bianco, hanno dato esecuzione alla confisca dei beni appartenenti a Pasquale Gullo, 46 anni, ritenuto affiliato alla cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri”, attualmente in carcere perché arrestato nell’ambito dell’operazione “Dionisio” del 31 gennaio scorso. Le indagini - svolte dal Nucleo Mobile delle fiamme gialle lametine su un provvedimento emesso dal Presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro, Giuseppe Valea, su conforme richiesta del Procuratore Nicola Gratteri e del sost. Elio Romano - hanno così consentito di mettere ancora in luce la pericolosità sociale del soggetto, la sua appartenenza ad una organizzazione ‘ndranghetistica e la dedizione al compimento di gravi reati, dei cui proventi ha vissuto, anche in modo agiato, per anni.

Il sequestro è basato su indagini di polizia economico-finanziaria, istituzionalmente svolte dalla guardia di finanza, tese ad aggredire i patrimoni illeciti conseguiti dagli appartenenti alla ‘ndrangheta, mediante i proventi delle svariate attività criminali compiute negli anni scorsi. Infatti, i finanzieri lametini, dopo aver eseguito indagini di polizia giudiziaria finalizzate ad evidenziare gli aspetti criminali soggettivi del prevenuto, hanno concentrato l’attenzione investigativa sul patrimonio. Gli sforzi investigativi hanno quindi condotto, fra gli altri, alla confisca, che ha avuto come oggetto, una villa in città, risultata nella disponibilità concreta del prevenuto, nonostante fosse formalmente intestata alla moglie, e un’autovettura. I mirati accertamenti patrimoniali e reddituali delle fiamme gialle, condivisi dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, sono infatti riusciti a dimostrare che i beni confiscati sono di valore del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dall’indiziato. Ciò ha consentito alle “fiamme gialle” di fornire alla magistratura un solido quadro indiziario per disporre la confisca dei cespiti patrimoniali, rivelatisi di origine illecita o ingiustificati nel possesso del soggetto indiziato di appartenere ad una cosca della ‘ndrangheta, il cui valore si attesta in oltre 250.000 euro.

 

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