Limbadi (Vibo Valentia) - Tanta commozione nel pomeriggio di sabato in occasione dei funerali di Matteo Vinci, il biologo quarantaduenne morto a Limbadi lo scorso 9 aprile per l'esplosione di una bomba collocata sotto la sua autovettura e nella quale rimase ferito il padre, Francesco, di 73 anni.
Le esequie sono state celebrate nei locali della scuola media del paese con rito civile alla presenza di alcune centinaia di persone, dei rappresentanti di Libera - ma non delle autorità invitate dai genitori dell'uomo insieme a tutto il paese - che si sono strette attorno a Francesco Vinci e Rosaria Scarpulla e alla compagna Laura Sorbara.
La madre ha scritto una lettera che non ha avuto la forza di leggere e che ha affidato ad un'amica. "Non porteremo all'asilo i tuoi figli - ha scritto tra l'altro la donna - come fanno tanti altri genitori, ma andremo in giro per tribunali a chiedere giustizia per nostro figlio massacrato".
"In questa bara - ha scritto inoltre la madre di Vinci - giace ciò che resta di mio figlio, un figlio amante della musica, degli animali, della natura, della musica. Innamorato di noi genitori e della sua Laura, che aveva lasciato il suo lavoro di psicologa a Buenos Aires per seguirlo e venire in Italia a formarsi con lui una famiglia. Da quel terribile giorno io continuo a chiedermi perché tutto questo, perché questa morte assurda. Come farò a non vederlo più, a non sentire la sua voce, a non vederlo al mattino e alla sera, a non sentire il suo sassofono con cui mi suonava il silenzio? Come potremo io e suo padre sopportare questa assenza, questa mancanza?".
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