Unione Mediterranea: Reggio Calabria 1860, allora vinsero gli imbrogli, adesso le bugie

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Riceviamo e pubblichiamo

Lamezia Terme - Si apprende dai mezzi di stampa che il 21 agosto 2013, nella città di Reggio Calabria, si svolgerà una commemorazione con l’apposizione di una lapide, al fine di esaltare l’azione dei Garibaldini che issarono il tricolore dei Mille sul castello aragonese. Di fatto il blocco in pietra che avrà collocazione nei pressi del Castello conterrà una anacronistica dicitura degna della migliore tradizione propagandistica savoiarda, con esaltazione di una battaglia “cruenta e decisiva” che in realtà fu una banale schermaglia tra le vie della città con qualche morto da ambo le parti, ma con la tranquillità di Garibaldi della vittoria a causa dell’avvenuta corruzione dei traditori generali borbonici: il Briganti che adottò volutamente tattiche errate disperdendo le truppe in più tronconi e che sarà per questo ucciso a Mileto dai suoi stessi soldati; il Salazar che non portò aiuto dal mare con le sue navi facendole salpare dal porto di Reggio dopo aver perso tutta la mattinata con espedienti vari tra cui l’ascolto di una messa cantata, e che incrociato un battello con Garibaldi a bordo lo lascia andare facendosi volutamente ingannare dall’esposta bandiera statunitense;

il Ruiz il cui successivo comportamento da traditore a Caserta Vecchia aiuterà a modificare le sorti della battaglia del Volturno a vantaggio dell’esercito piemontese. Sintomatico l’episodio di Garibaldi che viene sfiorato da un colpo di fucile sparato da un edificio mentre tranquillo e beato, sicuro della vittoria quando ancora il castello era in mano borbonica, si beve un caffè  in piazza. Forse a sparare non fu un soldato borbonico, ma uno dei veri patrioti di Reggio Calabria che volevano difendere la propria città dall’invasione straniera e che per questo avevano invano chiesto la fornitura di armi ai generali borbonici. Il castello non fu quindi conquistato, ma l’altro traditore generale Gallotti firmò la resa e la consegna del castello e delle armi ai garibaldini invece di combattere.

Quale risultato ebbero gli eventi successivi lo abbiamo visto negli ultimi 153 anni. Sebbene l’Italia odierna è un Paese unico, facendo una disamina concreta del tenore di vita della sua popolazione, si possono intravedere un Nord Italia sviluppatosi proprio grazie alla conquista del Sud ed un Meridione che versa in stato di abbandono e di sudditanza nei confronti del Nord. Tra l’altro il Meridione d’Italia è quasi sempre catalogato come cenerentola delle condizioni di vivibilità nelle relative statistiche europee. Appare grottesco quindi che si metta costantemente in risalto la valorizzazione dell’Unità d’Italia, quando dal 1860 il Meridione è in continuo regresso rispetto al resto d’Europa, ma è anche autolesionismo incomprensibile o servilismo quello dei Commissari di Reggio Calabria che, tutti meridionali, perdono tempo e risorse nel decantare in una città del Sud una Patria che oscura la storia meridionale, rinnegandole per di più la vera identità, invece di occuparsi dei gravissimi problemi della città. Per quanto sopra Unione Mediterranea invita gli autori della lapide ad un confronto aperto sul suo contenuto nel rispetto della verità storica.

Marco Esposito – segretario UM

Flavia Sorrentino – portavoce UM

Vincenzo Guli’ – coordinatore nazionale UM

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