Reggio Calabria - “I Calabresi sono stati il cuore pulsante dell’economia italiana, e mi sentirei di dire europea: trasferendosi e fornendo le proprie capacità hanno contribuito allo sviluppo delle più variegate realtà produttive settentrionali. La mia stessa famiglia si è trasferita da Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, in Emilia Romagna, quando avevo solo 18 anni; e qui ho iniziato la mia attività imprenditoriale. Proprio per questo mi appello ai calabresi affinché supportino la mia candidatura e appoggino i valori autentici che ho imparato proprio nella mia terra d’origine e in quella d’adozione” - così Francesco Patamia, imprenditore italiano, fondatore del partito “Europei Liberali” e candidato di “Noi Moderati” alla Camera dei Deputati.
“Ciò che ho appreso dai miei genitori - prosegue - è il rispetto per ogni tipo di professione, anche quella più umile. Questi sono i valori sui quali l’Italia, una Repubblica democratica fondata sul lavoro, basa la sua intera esistenza. Il progresso è di chi costantemente s’impegna affinché esso si sviluppi, ed in Italia, non deve più esserci distinzione tra cittadini calabresi e quelli del Nord perché i primi, così come avviene per persone nate in altre regioni del Sud, che da generazioni vivono al Nord, hanno contributo alla sua crescita. Sicuramente il Sud non possiede le infrastrutture e le fabbriche che sorgono nel triangolo industriale del Nord, ma non per questo deve essere considerato il fanalino di coda dell’Europa. La prospettiva nella quale mi piace guardare al Meridione è quella di compensazione degli spazi e delle mansioni: fornire manodopera e offrire spettacoli naturali come quelli delle bellissime città marittime calabresi, non vuol dire essere meno attivi sul territorio e sull’economia di una città del settentrione. Da calabrese onoro i miei natali e soprattutto i valori della mia terra, da emiliano di adozioni faccio lo stesso nei confronti di una regione che mi ha permesso di avviarmi ed in definitiva di fondare il partito ‘Europei Liberali’” - conclude Patamia.
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