Lamezia, inaugurata la Biblioteca del Bosco “don Vittorio Dattilo” all’Antico Mulino delle Fate

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Lamezia Terme - Clima di gioia e di famiglia, ma anche tanta commozione, all’inaugurazione della “Biblioteca del Bosco” nel granaio dell’Antico Mulino delle Fate, intitolata a don Vittorio Dattilo, ispiratore del progetto che ha portato al restauro e alla valorizzazione di quello che fino al 2021 era solo un rudere dimenticato in mezzo a una foresta, e che oggi, con la sua ruota ad acqua perfettamente funzionante, è un esempio virtuoso di archeologia industriale e una delle principali attrattive culturali della città.

A dirlo è l’assessore alla cultura Giorgia Gargano, moderatrice d’eccezione di un incontro che ha visto presenti, insieme agli ingegneri Fabio Aiello e la moglie Anna, fautori dell’impresa, il dottor Gabriele Setti, presidente nazionale dell’AIAMS (Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici) e, naturalmente, il cuore pulsante dell’iniziativa: don Vittorio Dattilo.

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“Un costruttore di ponti”, come lo ha definito Aiello, “pronto a trasportare qualsiasi problema da una sponda all’altra, nella quotidianità”. Da qui l’idea dell’ingegnere di creare un allestimento proprio a forma di ponte: un ponte ecosostenibile - come secondo la filosofia del Mulino - fatto di cassette della frutta della stessa dimensione - rigorosamente usate e recuperate un po’ da tutti i mercati d’Italia grazie all’aiuto di un grossista - montate in una splendida futuristica architettura.

“Abbiamo pensato a delle cassette della frutta perché un tempo contenevano nutrimento nato dal lavoro: oggi continueranno a farlo, perché anche i libri sono nutrimento per l’anima e sono frutto di un lavoro umano che diventa tangibile”, continua Aiello, “I nostri saranno libri legati a questa terra, donati dagli stessi autori o da chiunque volesse farne dono. E non sono fatti per essere prestati e sfogliati sul divano, ma per essere letti nel bosco, in biblioteca o sulle rive del ruscello, e poi rimessi a posto. Non ci saranno telecamere di videosorveglianza a controllare che non vengano rubati: tutti saranno responsabili di proteggere e preservare la biblioteca come bene comune: perché vogliamo un’inversione di tendenza”. Molti i volumi già donati a quella che sarà la quarta biblioteca privata aperta sul territorio, e altri sono in arrivo dal Sistema Bibliotecario Lametino. Anche il presidente Setti ha con sé quattro saggi da donare.

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“State riscoprendo quella che era una funzione secondaria dei Mulini, che non va dimenticata”, sottolinea il presidente, “quella di centro d’aggregazione, di comunità. Ogni Mulino è un luogo di magia, ma anche di fede, perché qui si verifica un miracolo: dopo la morte in terra il chicco di grano si è moltiplicato generando vita nuova, ed è stato tagliato dalla falce, ancora simbolo di morte; dopo aver sostato nel granaio arriva al mulino, dove diventa polvere, nel sacco che è simbolo del grembo materno, e poi è pane spezzato per tutti, corpo di Cristo: diventa eucarestia”.

Un ciclo che si ritrova anche nel mulino galleggiante sul Po’, ricostruito a Mantova dallo stesso Setti, con il quale l’assessore Gargano propone un gemellaggio, in aggiunta a quello già avviato con Bologna dal Mulino delle Fate, che a maggio rappresenterà nuovamente la Calabria nella rete dei Mulini Storici d’Europa. “Ringrazio le famiglie di Fabio, di Anna, il mugnaio Mastro Natale, per la stima e l’affetto che mi portano e per questa biblioteca” ha concluso don Vittorio commosso, “Pur volendo, a Fabio quasi sempre non si riesce a dire di no, perché ci legano i valori della chiarezza e della gratuità, da cui è partito tutto il progetto. La biblioteca sarà un arricchimento del linguaggio e della comunicazione, e quindi della pace: è una benedizione. E rappresenta un riconoscimento dell’esperienza pastorale vissuta con il popolo di Dio e con tante persone della parrocchia di Santa Lucia: un’esperienza da tramandare”. 

Giulia De Sensi

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