Lamezia Terme - Riceviamo e pubblichiamo la nota del partito Repubblicano a firma del segretario cittadino Gianpaolo Russo per quanto riguarda la situazione politico-amministrativa in città all'indomani del ritiro delle dimissioni del sindaco Speranza.
"Spettacolo davvero indecoroso e per taluni aspetti esilarante, ci appare quello a cui stiamo, purtroppo, assistendo presso il Palazzo Comunale. Il classico balleto delle dimissioni rassegnate e puntualmente ritirate oramai non ha nullo di nuovo. Il nostro Sindaco ci ha già abituato ad incoerenze politiche simili al punto che la circostanza del ritiro di quelle che, in prima battuta, dovevano essere dimissioni "irrevocabili", era già stata puntualmente pronosticata nell'immediatezza da alcune delle forze politiche di opposizione; ciò a conferma dunque, che la paventata volontà di rinunciare al mandato elettorale, costituisce oramai preciso strumento di strategia politica per l'Amministrazione Speranza o quantomeno tanto appare dall'esterno. Ciò che, però, sembra del tutto inacettabile ed incoerente è la motivazione che viene posta troppo spesso a supporto dei vari "retrofront" ovvero il cd. "bene della città". Francamente e con la buona educazione che ci contraddistingue, riteniamo che tali argomentazioni pretestuose, che occultano spiccati interessi di poltrona, non siano più accettabili se non anche in quanto rappresentano un vero e proprio insulto all'intelligenza del cittadino. Il bene della città, infatti, non può rinvenirsi nell'egoistico tentativo di portare avanti una personale battaglia contro un dissesto finanziario che solo questa Amministrazione ha avuto il merito di creare; come non può nemmeno invocarsi ne ai fini dell'approvazione di un bilancio finanziario dagli effetti futuri a dir poco catastrofici per le tasche dei propri concittadini, né per recuperare il voto di qualche trasformista consigliere d'opposizione, utile a raggiungere una risicata maggioranza che nei fatti non v'è più all'intero del nostro Consiglio Comunale. Con troppa leggerezza ultimamente viene, dunque, utilizzata questa espressione "bene della città" che nella nostra concezione liberale ha ben altro ruolo e valenza.
Non ci si può non chiedere, infatti, come mai il bene della città non sia stato considerato all'epoca delle trattative ICOM che se giunte a buon fine avrebbero generato ricchezza (piuttosto che un danno abissale) non solo per il Comune ma soprattutto per i cittadini attraverso il rilancio occupazionale; come mai in nome del bene della città non siano state realizzate quelle infrastrutture logistiche necessarie, quale il tanto auspicato porto turistico di cui ancora a tutt'oggi siamo sforniti (pur godendo di un aeroporto internazionale e di una stazione ferroviaria centrale); senza tacere delle sofferte trattative tutt'ora sospese per l'approvazione del PSC e del tanto propagandato lungomare di località Cafarone che appare ancora lo scheletro di quello progettato ed appaltato. Insomma è evidente che per noi cittadini il bene della città è un valore da considerare ed enfatizzare a priori in un contesto di prospettive economiche e sociali ancora da realizzare mentre per l'attuale Amministrazione, sembra che la città venga sempre a posteriori allorquando il danno si sia già prodotto e si debba tentare un'eroica quanto inutile resistenza. Visti i presupposti, in termini di capacità amministrativa ed organizzativa, appare logico allora chiedersi se non sia meglio che l'attuale reggenza politica abbandoni il campo di battaglia, lasciando il gravoso onere di condurla a soggetti nuovi e probabilmente più capaci! Noi auspichiamo ciò, nella certezza che, in ogni caso, alle prossime adunanze, i cittadini lametini all'interno della cabina elettorale e con la matita in mano, ricorderanno certamente che il bene della Città non coincide con un bilancio deficitario per svariati milioni di euro ma piuttosto con prospettive volte al rilancio economico, occupazionale ed infrastrutturale".
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