Lamezia Terme - Nel 2015 erano stati posti agli arresti domiciliari in seguito ad un’indagine della Guardia di Finanza, la quale sosteneva nell’ipotesi accusatoria una serie di reati di natura fiscale e fallimentare a carico degli imputati. Argento Francesco 77 anni (Avvocati Mario Murone e Renzo Andricciola), Cerra Domenico (Avvocati Mario Murone e Renzo Andricciola) Argento Francesco 59 anni (Avvocato Franco Giampà), Barbagallo Luigi (AvvocatoFrancesco Iacopino), Scalise Carmelino (Avvocato Franco Giampà), Argento Alfredo (Avvocato Franco Giampà), Argento Michelino (AvvocatoFranco Giampà). Erano considerati a capo delle proprie società, tramite le quali con una serie di artifizi avrebbero aggirato la normativa fiscale in tema di contribuzione, facendo migrare i propri dipendenti in una società che poi è fallita. Inoltre, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbero costituito unitamente a Barbagallo Luigi una società dei quali erano soci di fatto, poi dichiarata fallita per il carico debitorio verso l’erario di cui era affetta.
Dopo una lunga fase processuale durata diversi anni, dove sono stati escussi testimoni e periti, il Pubblico Ministero dottor Buccarelli aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati alla pena di anni 4 di reclusione, e per Barbagallo la pena di anni 5 mesi 6 di reclusione. Il Tribunale di Lamezia Terme in composizione collegiale, ha condannato Barbagallo Luigi alla pena di anni 3 di reclusione per un solo capo d’imputazione assolvendolo dagli altri capi, ed ha assolto tutti gli altri imputati.
I fatti risalgono al 2010. Le indagini erano state avviate dopo il fallimento, dichiarato nel 2010, della Poliservice. La società, secondo l’accusa, era stata costituita ad hoc nel 2008 per consentire ad altri di conseguire illeciti risparmi di imposte e contributi previdenziali e assistenziali, per poi essere destinata, a causa degli ingenti debiti erariali accumulati, al fallimento per insolvenza, dopo aver distratto il patrimonio e i ricavi e avere creato passività per quasi quattro milioni di euro. Il sistema utilizzato, secondo l’accusa, era quello della stipula di contratti di “associazione in partecipazione” tra la Poliservice e le altre imprese. Quest’ultima impiegava lo stesso personale, circa 300 dipendenti, nelle attività lavorative svolte dalle altre imprese. Gli imputati, dopo l’operazione condotta nel 2013, sono stati rinviati a giudizio nel 2016. Dopo quasi dieci anni la sentenza assolve gli imputati e gli restituisce i beni sequestrati per un valore di quattro milioni di euro.
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