Lamezia Terme – “Mettere in scena questo spettacolo è emozionante ma farlo qui in Calabria lo è stato ancora di più”, così un Raoul Bova visibilmente commosso ha salutato il pubblico del teatro Grandinetti a conclusione de “Il nuotatore di Auschwitz”. L’attore che ha infatti origini calabresi ha raccontato la storia di un uomo che è sopravvissuto agli orrori dell’Olocausto. Un personaggio realmente esistito che guarda in faccia la morte e cerca di sconfiggerla. AMA Calabria ha portato sul palcoscenico un evento che ha toccato l’anima del pubblico. Dopo la serata lametina si questa sera, 23 novembre al Teatro Comunale di Catanzaro. Entrambi gli spettacoli inizieranno alle 21. L’evento è sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria – Settore Teatro. La particolare sensibilità di Bova nell’interpretare questo ruolo emotivamente forte ha coinvolto ed emozionato i presenti che più volte hanno regalato sentiti applausi.
“Il nuotatore di Auschwitz” è ispirato alla storia vera di Alfred Nakache, campione di nuoto ebreo nato in Algeria, e al libro “Uno psicologo nei lager” di Viktor E. Frankl. Entrambi gli uomini sono stati internati nel campo di concentramento durante la Seconda guerra mondiale, divenendo testimoni degli orrori e delle insensibilità avvenute in quel periodo. Protagonista assoluto dello spettacolo è Nakache, che attira l’attenzione degli spettatori per la sua particolare storia, portata in scena da Raoul Bova che, oltre ad essere un apprezzato attore, ha anche alle spalle un passato da nuotatore. L’attore, infatti, ha fatto tappa anche alla piscina comunale di Lamezia, ospite dell’Arvalia nuoto, per un tuffo tra lo stupore dei presenti. A fine spettacolo ha accolto con pazienza e con il suo caloroso sorriso centinaia di fan in attesa di una foto e un saluto.
Raoul Bova, nella sua lunga carriera anche regista e doppiatore, in attività sin dai primi anni Novanta, ha raggiunto il grande successo con il film di Carlo Vanzina “Piccolo grande amore” e più recentemente ha partecipato alla serie tv Netflix “Emily in Paris”, nella quale si cimenta in un ruolo tra i più particolari. Attualmente interpreta don Massimo in “Don Matteo”.
La figura di Nakache richiede tanta sensibilità, ma anche tanta determinazione. Il nuotatore ebreo, infatti, continua ad allenarsi anche ad Auschwitz, nell’acqua gelida di un bacino idrico, dove i soldati lanciavano degli oggetti che lui poi recuperava. “Il nuotatore di Auschwitz” è lo spettacolo che riesce a coinvolgere giovani e meno giovani grazie anche all’adattamento e alla regia di Luca De Bei. È un altro pezzo di puzzle che si aggiunge agli avvenimenti più conosciuti della Seconda Guerra Mondiale, sul palcoscenico viene svelata un’altra storia, una tra le tante che ancora oggi ci raggiunge affinché sia impossibile dimenticare ciò che è successo.
R. V.
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