Lamezia Terme - "Abbiamo sempre agito nella legalità e nel rispetto dello Statuto. Siamo l'unico Circolo in Calabria dove è stato eletto un segretario, dove si è votato regolarmente con una maggioranza e una minoranza netta. Un rapporto del 70 e 30 per cento”. Gennarino Masi, segretario fino a ieri del Partito democratico di Lamezia, non ci sta e difende a spada tratta il suo operato e quello del Direttivo, all'indomani del provvedimento dei vertici regionali di commissariare il partito. Lo fa, attraverso in un'apposita conferenza stampa alla presenza del Direttivo, di moti altri iscritti e insieme al presidente, Francesco Grandinetti.
"La minoranza del partito - prosegue Masi - ha fatto la minoranza sulla stampa senza mai partecipare alle riunioni. Ci contestano il tesseramento, da noi portato avanti nell’assoluta trasparenza, ci contestano la candidatura di Doris Lo Moro che è una proposta del Direttivo che è avvenuta in presenza del numero legale. Abbiamo invitato tutti a partecipare, ma nessuno si è presentato. Riteniamo davvero immotivato il provvedimento e siamo qui per dimostrarlo". Una difesa che ben pesto di trasforma in un chiaro e deciso attacco al partito regionale e provinciale.
"Lamezia - evidenzia con forza Masi - fa una proposta di una figura competente che potrebbe vincere, di specchiata moralità rispetto ai poteri forti, e per un rilancio forte della nostra città, e che cosa succede? Succede una bagarre, con i cagnolini lametini che vanno dietro ai catanzaresi e agli altri politici fuori da Lamezia, perché non vogliono una Lamezia forte, autonoma e che possa rivendicare la propria forza rispetto a Catanzaro e al comprensorio. E quindi - stigmatizza ancora Masi - vengono e ci commissariano, e adesso decide il commissario di Federazione. Quindi per l'ennesima volta ci troveremo, come con l'esperienza avuta alla Regione con Callipo, avuta alla Regione con Amalia Bruni, avuta al Comune con Sonni prima e cinque anni fa con Guarascio. Con le divisioni del partito abbiamo avuto la capacità di riconsegnare il Comune al centrodestra, addirittura eleggendo un sindaco di un Comune che era sciolto per mafia e dove abbiamo assistito, in questi anni, ad assessori che hanno cambiato facilmente, dalla destra alla sinistra, dalla sinistra alla destra come se niente fosse, come se la politica fosse un caffè che si beve a digiuno. Su Lamezia - rimarca Masi - si è scatenato un interesse che va oltre Lamezia, ma a pagare sarà la città con il centrodestra che sta festeggiando. Festeggia perché abbiamo fatto un regalo, noi avevamo messo a disposizione della coalizione legittimamente una figura valida, una figura che pensiamo potesse far sollevare le sorti della città. Ma così non è stato ritenuto dai poteri forti e da soggetti fuori Lamezia. Non so ora come ci determineremo”.
Alla domanda cosa ne sarà della proposta della candidatura di Doris Lo Moro, Masi non ha esitato. "Per noi rimane in piedi. Doris si è messa a disposizione dopo tanta insistenza durata mesi e mesi. Un partito serio, lungimirante, che vuole battere la destra o tira fuori un altro candidato o fa altre proposte. Ma questi giochini che fanno parte della Prima Repubblica, dove ancora si pensa di andare a contrattarsi l'assessorato oppure il posticino eccetera eccetera, sono vecchi anni luce. Io - precisa ancora - ho iniziato a ragionare con il tavolo del centrosinistra per costruirlo. Ci stiamo lavorando da due anni, abbiamo fatto documenti congiunti, abbiamo fatto documenti sul Piano strutturale dove abbiamo portato a firmare soggetti che erano proprio su altre posizioni, quindi non venivamo dal nulla, ci si è tentato già in un primo momento di trasportare questo tavolo a livello provinciale, a livello regionale, ma non perché non eravamo bravi a Lamezia di decidere sulle nostre spalle. Ma perché gli interessi ruotavano su altri soggetti, su altre figure, per affossare Lamezia. Io mi auguro che il tavolo del centrosinistra possa capitalizzare e fare propria questa disponibilità che noi avevamo apportato al tavolo del centrosinistra, perché ritengo che è una figura con la quale si possa vincere".
Anche da Francesco Grandinetti, strali contro il commissariamento e contro i vertici catanzaresi del partito, facendo chiaramente anche i nomi, a cominciare da Jasmine Cristallo ed Ernesto Alecci. "Avevamo indicato una figura come Doris Lo Moro da proporre al tavolo del centrosinistra, ci sembrava una delle figure più autorevoli che potessero esserci all'interno degli iscritti al Pd. Una figura autorevole che avrebbe ridato centralità a una città che non esiste più, una città che non ha più centralità, che non ha più importanza. Ci siamo resi conto che invece ci sono i poteri forti che ci sono fuori dalla nostra città, insieme a delle persone che amano a parole la città ma che pur di rimanere nel potere pieno delle proprie azioni, si allievano con persone di fuori città, di persone che non hanno niente a che fare con una storia come la nostra. Mi riferisco - tuona Grandinetti - a persone tipo la Cristallo di Catanzaro o Alecci. Senza problemi dico che anche le figure dei segretari provinciale e regionale non hanno avuto la delicatezza di avviare un confronto prima. E’ stato commissariato un Direttivo che sta lavorando da tre anni, nel bene o nel male, senza mai parlarci, senza mai avere nessuna indicazione da parte nostra, ha commissariato. Sono deluso da Irto, sono deluso da Giampà, tutte figure che sono fuori Lamezia, e quindi questo a me dispiace molto, dispiace molto perché eravamo arrivati al punto di ridare a Lamezia la centralità. Abbiamo messo in campo la figura più importante che poteva esserci all'interno del Pd allo stato attuale e loro non potendo far altro, il giorno dopo hanno commissariato".
Cosa succede adesso? "Noi - risponde Grandinetti - siamo pronti a tutto. Certamente non staremo zitti, non staremo zitti e andremo avanti. Noi difenderemo Lamezia perché questo commissariamento è un attacco a Lamezia dai poteri forti. Non vorrei che anche il mio parlare molto sull'aeroporto di Reggio abbia provocato qualche problema". Ci sono margini per eventuali ricorsi alla Commissione di Garanzia? "Certamente evidenzia infine Grandinetti - noi stiamo già preparando i ricorsi perché le motivazioni che ci sono all'interno non stanno in piedi".
A.C.
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