Workshop "Appuntamento al buio" con lo scultore non vedente Tagliaferri all’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro

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Catanzaro - Dall’8 al 10 maggio laboratori di Scultura dell’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro. L’obiettivo del workshop è quello di raggiungere la piena consapevolezza dell’importanza dell’esperienza tattile, non solo in fase esecutiva ma anche cognitiva, nelle fasi di elaborazione e lettura del manufatto attraverso una serie di esperienze che chiamano in causa diverse tecniche scultoree. Ad una prima fase che impegnerà i partecipanti, bendati, nella modellazione in argilla di un oggetto semplice, ne seguirà un’altra in cui l’oggetto modellato dovrà essere riprodotto in pietra. “Qui la cosa importante – afferma Tagliaferri – non sarà fare la copia di ciò che è stato modellato in precedenza, quello che interessa è che si evidenzi e potenzi la forza dell’angolo e della curva, delle superfici concave e convesse o semplicemente la parte che ritenuta importante e piacevole sotto le mani”. “Solo così facendo – conclude lo scultore -  si può capire l’importanza del tatto, perché non si riesce a riprodurre l’immagine solo con gli occhi”. Felice Tagliaferri è uno scultore non vedente noto a livello internazionale che ha intrapreso da oltre vent’anni un percorso artistico molto personale e particolare da lui stesso riassunto nello slogan “Dare forma ai sogni”.

Le sue sono infatti sculture non viste che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani guidate da spiccate capacità tattili. Felice si destreggia abilmente tra i più diversi materiali: creta, marmo, legno o pietra. Ogni materiale viene trattato e plasmato con tecniche diverse, dalla forza impressa per scolpire il marmo ala gentilezza della plasticità espressa nel modellare la creta. Oltre a lavorare alla realizzazione delle forme dei suoi sogni artistici egli riesce ad essere anche un ottimo insegnante, applicando il suo personalissimo metodo a una varietà di situazioni e specializzandosi negli anni nella formazione di educatori e operatori sociali. La sua arte è stata definita da diversi esperti del settore “arte sociale” per l’impegno che caratterizza le sue mostre.

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