Trame 7, "The passenger" il nuovo lavoro del regista Carlei: "Quando si raccontano delitti come Falcone o Borsellino si deve portare rispetto"

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Lamezia Terme - Presentato nella penultima serata di Trame Festival l'ultimo lavoro del regista Carlo Carlei "The passenger" graphic novel da cui sarà realizzata la sua prossima sceneggiatura. A parlare insieme al regista lametino il giornalista Antonio Cannone insieme alla professoressa Daniela Grandinetti. Una coppia di giovani turisti americani in viaggio di nozze in Sicilia. Il più spietato boss della Mafia latitante e braccato dalla polizia e cosche rivali. Le loro storie sono destinate a incrociarsi in una notte in cui Palermo si riempirà di sangue.

La retorica si sa, specie nei film, va evitata. "Quando si trattano tematiche di mafia o si decide di raccontare delitti quali Falcone o Borsellino - afferma Carlei - si deve stare attenti e portare rispetto". Spesso, invece, nelle fiction TV si tende ad esaltare il personaggio mafioso. É così che le nuove generazioni perdono ogni riferimento positivo. "La società può cambiare a cominciare dalla scuola e dalla trasmissione di vecchi principi - prosegue - spesso affidiamo il compito di affinare le coscienze agli altri, ma dobbiamo conquistarci ogni cosa con duro lavoro". Carlei, come ricorda Antonio Cannone, da sempre riconosciuto tra i migliori registi contemporanei, noto soprattutto per il suo capolavoro 'La corsa dell'innocente', porterà a casa il Premio Flaiano per 'I bastardi di Pizzo Falcone'.

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Ma cos'è una graphic novel? "Un'opera particolare - sostiene Daniela Grandinetti - non è un fumetto ma una narrazione a tutti gli effetti, le storie sono romanzi". I disegni del lavoro, edito Tunuè, sono stati curati da Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso. Una storia, un conto lasciato in sospeso nel 1992. "In quell'anno decido di andare in America perché non mi era piaciuta la critica italiana su 'La corsa dell'innocente', dunque racconto la storia di chi aveva ammazzato Falcone e Borsellino". Cosa pensa un boss? Parte da questo interrogativo Carlo Carlei, cercando di non tracciare verità assolute e di lanciare più interpretazioni. É il male l'argomento letterario da centrare.  Un film che racconta di una persona che crede di essere nel giusto. "Il male dal di dentro, - prosegue il regista - nel male non ci può essere alcuna fascinazione. Non sono bravo a raccontare le cose dritte 'per dritte', la lente del fantastico può forse essere più efficace del racconto della cronaca, anche la mafia si esprime attraverso metafore per questo é più potente".

V.D.

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