Sindaci dell’area del lametino a confronto per discutere della fusione

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Lamezia Terme - Si sono riuniti, presso la Fondazione Terina, i primi cittadini dei comuni del comprensorio lametino, tra i quali quelli di Conflenti, Curinga, Falerna, Feroleto Antico, Gizzeria, Maida, Martirano Lombardo, Nocera Terinese, Platania, San Pietro a Maida, Serrastretta, convocati del sindaco di Falerna Giovanni Costanzo che ha ribadito come “Il dibattito in corso, sollevato dall’onorevole Giuseppe Galati, riguardante la costituzione di un Comune unico che comprenda il comprensorio di Lamezia Terme, ha destato particolare interesse e merita un confronto ed un approfondimento tra i sindaci dei Comuni coinvolti nell’ambizioso progetto” e ha proseguito “molti ci hanno rimproverato della tempistica, io rispondo dicendo che la tempistica sia quella che si è generata dall'accelerazione oggi della mancanza di una guida democratica politica nel comune di Lamezia Terme”.

I sindaci intervenuti hanno portato avanti la loro idea ma tutti sono ben fermi che manchi invece un'idea di traino da parte della città di Lamezia Terme, e che non si può nascondere quelle che sono le differenze oggettive tra vari comuni che, se in futuro dovessero unirsi, inevitabilmente salterebbero fuori, sia a livello di collocazioni geografiche e quindi tutti i problemi legati agli spostamenti, sia a livello di gestione delle risorse, e di eventuali progettazioni, anche se l'idea di unire le forze è stata rimarcata da tutti come la possibilità per uscire da una situazione di stallo. 

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L'onorevole Antonio Scalzo sull'argomento 'comune unico area del lametino' ha esordito affermando che “è un argomento così importante che non può essere né liquidato frettolosamente né può essere trattato con superficialità, ma deve essere un tema che deve porre al centro il rilancio della città di Lamezia e dell'area lametina, e avere come punto di convergenza una migliore qualità della vita e una serie di servizi resi ai cittadini lametini" e precisa "credo che ci siano tre punti da mettere a fuoco: ci sono delle unioni di comuni che devono con maggiore insistenza funzionare meglio nella gestione dei servizi, poi il tema della fusione che è stato ed è ancora oggi nell'agenda per decidere se rimanere uniti o passare ad una fusione, e terzo punto, un argomento di così vitale importanza non può prescindere dal partire dal basso e cioè dal referendum popolare”.

L'onorevole Galati, da cui il dibattito sull'argomento è partito, nel suo intervento ha sottolineato “dal 2012 ad oggi si è passati da 8.092 comuni a 7.778, l'esigenza dell'accorpamento nasce dalle ristrettezze finanziarie, l'attivazione di fondi e ancora di più questo è un discorso che si può fare qui dato che è un territorio di grande potenzialità, perché se il baricentro della Calabria è forte è forte tutta la Calabria”. 

A.B. 

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