Procuratore Gratteri ospite di ‘Faccia a Faccia’: “La strategia di Minniti sui migranti non mi è piaciuta”

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Roma – “Un territorio completamente gestito dalla ‘ndrangheta” con queste parole Giovanni Minoli apre la puntata del 14 gennaio di “Faccia a Faccia” in onda su La7. La copertina del programma, infatti, è dedicata all'operazione Stige, il maxiblitz contro la 'ndrangheta, coordinato dal procuratore capo Nicola Gratteri e condotta dai carabinieri del Ros. Durante la trasmissione sono state proiettate le immagini dell'operazione che ha fatto scattare le manette per 169 persone nella notte tra l’8 e il 9 gennaio, quasi tutti imprenditori e amministratori locali, tra loro anche due sindaci e il Presidente della Provincia di Crotone. La più grande operazione antimafia degli ultimi 20 anni ma, come afferma il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette “è solo l’inizio”.

Diversi i temi affrontati da Gratteri nel ‘Faccia a Faccia’ con Minoli. In merito al rischio che corre ogni giorno, il Procuratore è infatti da anni sotto scorta, dice “mi diventa la lingua amara quando ho paura” e, aggiunge: “è un rischio ma ogni cosa ha un prezzo nella vita”. “La vita mi ha dato tanto anche se dovessi morire domani non sarebbe un problema ho vissuto tanto e bene” dice. Sulla sua mancata nomina a Ministro della giustizia nel Governo Renzi, dice Gratteri di aver appreso che "è stato il Presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano, ndr) che non ha voluto", "forse perchè sono un uomo troppo caratterizzato mi è stato detto, ma non conosco i suggeritori del Presidente della Repubblica". Quindi, sottolinea Minoli, si è trattato di "Un bel salto in basso?". “Io - aggiunge - sono un felice procuratore della Repubblica. Non immaginavo fosse così bello”.

Sulla 'ndrangheta intesa come una delle più ricche organizzazioni al mondo dice: “Ci sono pezzi interi del territorio dove la ‘ndrangheta controlla il respiro, il battito cardiaco”. Con il suo lavoro la Procura di Catanzaro in sinergia con le forze dell’ordine, sottolinea Gratteri anche alla luce dell’ultima operazione “dobbiamo creare l’inversione di tendenza”.

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“La ‘ndrangheta – racconta Gratteri sulla base anche di quanto descritto nel suo ultimo libro ‘Fiumi d’oro’ - ha smesso di fare sequestri perché non era più conveniente e ha investito nella cocaina". Dalla produzione alla vendita. Gratteri parla anche di quello che definisce “abbraccio di interessi” tra il Sud e il Nord. Scettico, Minoli, sulla possibilità di sconfiggere la ‘ndrangheta dalla Procura di Catanzaro. “Lei non si sente un po’ pazzo?” chiede a Gratteri il conduttore: “Può darsi – risponde – ma sono innamorato della mia terra e penso che bisogna provare a cambiarla”.

Poi si rivolge ai giovani che cercano di guadagnare soldi nella ‘ndrangheta chiamandoli “stolti”. Gratteri spiega, infatti, come nella ‘ndrangheta è solo un piccolo gruppo ad avere soldi e paragona il guadagno di uno spacciatore pari a quello di un idraulico che, dice “rischia di meno nella vita”.

Immigrazione, “Bisogna andare lì e costruire aziende agricole, ospedali, scuole e rendere un territorio vivibile"

Sulla strategia di Minniti in merito al fenomeno dell’immigrazione dice: “personalmente la strategia di Minniti non mi è piaciuta perché non è da Stato civile e occidentale far costruire delle gabbie sulle coste della Libia per impedire che gli immigrati partano. Quello è un tappo". "Bisognerebbe andare in centro Africa, mandare i servizi segreti per capire chi organizza queste traversate nel deserto, e poi andare lì e costruire aziende agricole, ospedali, scuole e rendere un territorio vivibile", ha aggiunto Gratteri sottolineando che "mentre noi parliamo, so che ci sono delle donne che le stanno violentando o bambini che vengono bastonati a sangue e non sto tranquillo perché ne arrivano 2000 in meno".

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