“Così il sindaco di Catanzaro diventò anche sindaco di Lamezia”

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Lamezia Terme – “Sono senza parole! Eppure sono le uniche cose che ho e devo cercare di metterle insieme perché sento salirmi dentro un senso di insofferenza di quando penso che la misura è colma. Il protocollo d’intesa che i commissari si appresterebbero a siglare con il sindaco di Catanzaro significa una cosa sola: il nuovo sindaco di Lamezia diverrebbe Sergio Abramo”. Ad affermarlo è Claudio Cavaliere, commentando la notizia della futura sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra Comune di Catanzaro e quello di Lamezia per quanto riguarda la progettualità legata ai fondi europei di Agenda Urbana e l’elaborazione di strategie comuni su tematiche come ciclo dei rifiuti, sistema idrico, sistema sanitario.

“Premetto – prosegue - che il derby Lamezia-Catanzaro mi è sempre sembrato vacuo, ma adesso siamo alla fantascienza e l’unica cosa che occorre richiamare è Massimo Severo Giannini quando negli anni cinquanta bollava alcune prese di posizione dei prefetti nei confronti dei Comuni come “offese all’intelligenza” o buone “per la storia dell’umorismo prefettizio”. Oramai siamo alla distorsione, allo straniamento ma anche alla delusione nei confronti di chi è evidentemente incapace di farsi promotore di una corretta azione e di interpretare un comune sentire”.

“Siamo di fronte a chi pensa che tutte le questioni sono pura burocrazia e non c’è spazio – aggiunge - per la problematicità. Che pensa che amministrare significa essere più o meno come uno di quei personaggi burocratici straordinariamente descritti nella letteratura russa dell’ottocento”.

“Anticipo le obiezioni perché è in profonda malafede chi pensa che esistono progetti, interventi, programmi comunitari, richieste di finanziamento che non abbiano a monte valutazioni e opzioni politiche.  Non si tratta di compilare moduli ma di operare scelte per la città che non possono essere consegnate al sindaco di Catanzaro”.

“È da decenni per chi ancora non se ne fosse accorto, che l’amministrazione ha abbandonato quella prospettiva che voleva ridurla ad una sorta di tecnologia dell’atto amministrativo per cercare di diventare una vera e propria scienza storica, utile per comprendere la realtà e soprattutto per trasformarla. E per fare questo è necessario avere una idea, una prospettiva politica della propria città che Abramo è giusto abbia per Catanzaro e i lametini abbiano per Lamezia.

Si fermino qui i commissari. - conclude - Chiedano di potenziare la burocrazia comunale, diano fondo alle loro iniziali richieste e abbandonino questa infelice idea. È altresì sgradevole il silenzio dei candidati lametini alle elezioni politiche. Facciano sentire la loro voce. Altrimenti perché votarli?”. 

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