Vescio (Fdi- An): ennesimo incendio a Scordovillo conferma fallimento politica prevenzione, valutare presidio fisso

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Lamezia Terme - A seguito dei roghi che di frequente si verificano nella città, in una nota, Gino Vescio del Coordinamento cittadino di L.T. (Fdi- An), chiede un aiuto al Prefetto. “In un’ottica di applicazione di misure preventive e repressive ed in linea con lo spirito costruttivo che ci ha sempre contraddistinto, avevamo, da un lato volto il nostro sentito plauso al Sindaco per essersi avvalso dell’art. 50 comma 5 del TUEL ed aver intensificato l’attività di controllo e prevenzione dell’area e delle vie di accesso con pattuglie della Polizia Municipale mentre dall’altro richiesto l’apertura di un tavolo tecnico permanente, composto da componenti   politiche, dirigenti amministrativi, istituzioni competenti, parti sociali interessate, al fine di elaborare un progetto concreto mirato alla definizione positiva della vicenda. Ebbene - sottolinea Vescio - a distanza di un mese, non solo il silenzio assordante sull’istanza di dialogo da noi proposta ma anche il verificarsi dell’ennesimo episodio di scempio ambientale e ciò a conferma del fallimento della politica di prevenzione posta in essere dal primo cittadino”.

“La pazienza dei cittadini lametini è finita - prosegue - la paura di ammalarsi alimenta il coraggio di dire ‘Basta’, la volontà dei responsabili di tali episodi a non volersi integrare è certificata da tali atti scellerati, ecco perché oggi, a tutela di quel bene giuridico individuato nella vita e nell’incolumità fisica di un numero indeterminato di persone, considerato quanto statuito dall’art. 54 comma 11 del TUEL ‘Nelle fattispecie di cui ai commi 1, 3, e 4, nel caso di inerzia del sindaco o del suo delegato nell’esercizio delle funzioni previste dal comma 10, il prefetto può intervenire con proprio provvedimento’, chiediamo un aiuto pragmatico al sig. Prefetto quantomeno in termini preventivi”.

Vescio chiede, inoltre, di valutare “la necessità di un presidio fisso sulle vie di accesso al campo de quo al fine di evitare l’ingresso all’interno dell’area dei rifiuti che costantemente vengono bruciati, si consideri l’esigenza di tutelare tutti - compresi i bambini rom (anche attraverso il disconoscimento della patria potestà in capo ai genitori) - dalle conseguenze derivanti da tali episodi in termini di incolumità fisica, si rifletta sull’occorrenza di una vigilanza territoriale al fine di accertare come e dove vengono reperiti determinati rifiuti speciali destinati ad essere bruciati all’interno del campo in questione”.

 

 

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