Province: per il 2017 azzerato taglio da 650 milioni di euro

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Roma -  Le Province tentano di uscire dall'angolo, nonostante oggi abbiano incassato una prima buona notizia con lo stop definitivo del governo al terzo taglio 2017, pari a 650 milioni, ratificato in sede di Unificata. La conferenza Unificata ha dato il via libera all’abolizione del taglio da 650 milioni di euro, relativo al 2017, per le Province: lo ha reso noto il presidente dell'Upi Achille Variati, che ha giudicato la decisione del governo "soltanto un primo passo utile perché rimane l'impossibilità di redigere i bilanci, difficoltà che non nasce soltanto dal taglio che è stato abolito oggi". Al di là dell'intesa sull'azzeramento del taglio di oggi, che sarebbe stato il terzo per l'anno in corso, "rimaniamo in attesa di un decreto legge urgente - ha aggiunto Variati - con cui il governo dà altre risorse ai nostri enti per consentire di svolgere i servizi a cui istituzionalmente sono chiamati. E mi piace ricordare - ha detto ancora il presidente Upi al termine dell'Unificata - che più volte abbiamo reso noti i conteggi che provano come al momento manchino ancora al sistema delle Province 600 milioni di euro". Il decreto del governo, ha auspicato Variati, "spero possa arrivare tra fine mese e i primi di marzo. Per il taglio di oggi siamo soddisfatti, ma rimangono tutte intere le nostre preoccupazioni sulla mancanza di risorse", ha concluso.

Corte Conti: irragionevole forte riduzione di risorse

Per le Province "la forte riduzione delle risorse destinate a funzioni esercitate con continuità e in settori di notevole rilevanza sociale risulta manifestamente irragionevole": questo il giudizio reso dalla Sezione Autonomie della Corte dei Conti nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. "Gli assetti gestionali e funzionali" di questi enti, scrivono i giudici contabili nella relazione che questa mattina hanno consegnato alla presidenza della Commissione, sono stati "resi precari dalle norme che hanno inciso" sulla loro "autonomia organizzativa e finanziaria". Le Province, "nella cornice delle proprie responsabilità istituzionali e nel quadro delle proprie attribuzioni, devono poter disporre delle risorse finanziarie, di personale e per la garanzia dei servizi essenziali per i cittadini e i territori, sempre nell'ottica della massima razionalizzazione delle risorse": questa la segnalazione resa dalla Sezione Autonomie della Corte dei Conti nel corso di un'audizione di Commissione parlamentare per il federalismo. La situazione di difficoltà che gli attuali enti di area vasta stanno vivendo, osservano ancora i giudici contabili, sono ben evidenziate da un'analisi delle procedure di predissesto, dalle quali si comprendono "le difficoltà delle amministrazioni a conseguire e a mantenere condizioni di equilibrio di bilancio". Precarietà, prosegue la Corte dei Conti, "che risale alla riduzione dei trasferimenti e alle plurime manovre sul Fondo sperimentale di equilibrio, che hanno significativamente concorso a determinare le situazioni di scompenso, cui non è stato possibile ovviare con gli ordinari strumenti del Tuel (testo unico degli enti locali, ndr) e per le quali - conclude il passaggio della Corte dei Conti - si è reso necessario il ricorso a procedure di risanamento pluriennale".

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