Lo Moro: “Nel Pd non vedo alternative alla scissione”

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Roma -  - "Io non vedo margini per evitare la scissione, io non ne vedo, ma parlo per me". Dopo le polemiche e i rumors del weekend, risponde così la senatrice lametina della minoranza Dem, Doris Lo Moro, che è intervenuta al video forum dell’Agi, “Viva l’Italia” per discutere del futuro del Pd anche alla luce di quanto emerso nell’assemblea del partito.

La senatrice, come sostenuto più volte, potrebbe essere colei che guiderà come capogruppo la nuova forza di sinistra, in caso di vera e propria spaccatura del Partito Democratico. Ed è stata lei stessa a non escludere la possibilità, affermando: “Speranza, Rossi ed Emiliano? Non è detto che sia uno di loro il leader. Ai miei occhi hanno tutti un difetto: sono tutti uomini".

Al doppio intervento di Michele Emiliano, al Teatro Vittoria e in Assemblea, in cui il governatore pugliese ha prima attaccato il segretario e, nel secondo intervento, ha ribadito la sua fiducia in lui, Lo Moro ha spiegato: "Subito dopo la assemblea c'è stata una riunione in cui è stato prodotto un documento sottoscritto anche da Emiliano". Quello a cui la senatrice lametina fa riferimento è alla nota in cui Emiliano, con Roberto Speranza ed Enrico Rossi parlano di scissione attribuendone la responsabilità allo stesso Renzi: “Speranza, Rossi ed Emiliano stanno continuando a discutere, ma secondo me la scissione è già nei fatti".

“Noi ci dividiamo – ha poi aggiunto - perché siamo stati tre anni con Renzi segretario e abbiamo fatto e votato di tutto, ma non c'é più una linea del Pd sulle materie che dobbiamo portare avanti. Noi ci siamo svincolati da tutti", ha aggiunto Lo Moro che ha, inoltre, riferito: "Ho cominciato la campagna referendaria facendo un po' di campagna per il Sì. Poi la campagna elettorale ha preso un corso che non mi è piaciuto e quando ho sentito parlato di accozzaglia, mi sono sentita molto accozzaglia anche io. Ma non ho brindato il 4 dicembre e non brinderò nemmeno al momento della scissione. Al teatro Vittoria mi ha colpito il clima di entusiasmo. Ieri abbiamo atteso, ma già dalla relazione di Renzi sembrava una attesa a perdere".

Per quanto riguarda la possibilità di formare gruppi parlamentari, la Lo Moro non esclude, nulla: "Secondo me ci sono i numeri, di nomi per il gruppo ne ho sentiti, ma non so se ci sarà la parola 'sinistra' in esso". “L'idea della minoranza, - ha continuato - è che ci sia un centrosinistra unito e che noi possiamo stare dentro questo centrosinistra. L'idea di un centrosinistra ulivista per me sopravvive".

Lapidaria sulla questione criminalità organizzata: “Che non sia una priorità per il Pd è nei fatti. Orlando ce la sta mettendo tutta, ma le sue idee non sono sempre vincenti in Consiglio dei ministri. Questo Parlamento ha prodotto tante cose sul fronte dell'antimafia. Ma Emiliano ha ragione quando dice che non si coglie nei messaggi che si mandano sul territorio, non c'è quel pathos che servirebbe. Si potrebbe fare di più, Saviano lo dice con sofferenza e in maniera anche aggressiva, ma è vero", ha concluso Lo Moro.

 Il Pd Calabria intanto attende risvolti

Una crisi, quella del Partito Democratico che si riflette anche sulla Calabria, Regione nella quale il partito è al governo, ma al momento sembra prevalere la cautela sull'ipotesi di scissione, annunciata ma ancora non formalizzata, anche in vista della direzione nazionale di domani. Poche le prese di posizione ufficiali. Da un lato i renziani possono contare sulle dichiarazioni di Ernesto Magorno, segretario regionale del Pd e deputato, fedelissimo dell'ex premier, che subito ha confermato la sua scelta: "Non posso che essere anche io "esterrefatto e amareggiato" - ha detto in riferimento alle posizioni dei bersaniani - per i toni assurdi e per le posizioni assunte da una minoranza che sta dando sempre più prova di grande irresponsabilità e immaturità politica". Sull'altro fronte sono note le posizioni di Nico Stumpo, deputato molto vicino a Pierluigi Bersani, secondo il quale "la relazione di Renzi non lascia spazio alla discussione" e della senatrice Doris Lo Moro, in predicato per il ruolo di capogruppo a Palazzo Madama del nuovo movimento in caso di costituzione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato.

La senatrice Lo Moro ha dichiarato, quindi, che la costituzione di gruppi autonomi appare ormai "inevitabile", indicando l'ex premier Renzi come principale responsabile della situazione. In attesa di risvolti, si guarda alla scelta del presidente della Regione, Mario Oliverio, che punterebbe all’unità. Se una prima lettura politica aveva indicato come possibile l'adesione di Oliverio alla pattuglia dei dissidenti, le ultime "voci" parlano di un governatore più riflessivo e per nulla convinto di dover abbandonare il Pd. Decisiva, a questo punto, sarà la direzione di domani, quando si prevede che, sciolti gli ultimi dubbi, ci sarà chi sceglierà ufficialmente la via della scissione o confermerà la permanenza nei democratici.

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