Lamezia, Piccioni: sgombero campo rom, interloquire al più presto con Prefettura e Agenzia beni confiscati

piccioni-4-ago.jpg

Lamezia Terme - “Due anni di slogan senza coinvolgere le parti politiche, siano esse di destra o di sinistra”. L’intento della conferenza stampa indetta da Rosario Piccioni nella sede di via De Medici, è quella di fare il punto sull’annoso problema legato allo sgombero del campo rom, soprattutto dopo gli ultimi potenti roghi provocati che hanno inevitabilmente risollevato, da tutte le correnti, polemiche e richieste di soluzioni immediate.

“Ci auguriamo finisca presto l’epoca in cui il Sindaco vuole risolvere da solo tutti i problemi per pensare invece insieme agli interessi della città” ha aggiunto il consigliere di “Lamezia Insieme”, che ha colto l’occasione per lanciare un appello al primo cittadino affinché si impegni in breve tempo a interloquire con la Prefettura e l’agenzia dei beni confiscati proprio per quegli appartamenti disponibili e necessari allo sgombero del campo. “Nessuna critica all’attuale amministrazione – precisa – sappiamo per esperienza quanto questo sia un problema così delicato da non potersi risolvere in poco tempo, anche se il Sindaco, prima in campagna elettorale, e poi subito dopo l’elezione, aveva annunciato di volerlo risolvere entro un anno”. Si ritorna così inevitabilmente a ripercorrere tutte le tappe che hanno segnato la vicenda, partendo da quel decreto di sgombero mai del tutto attuato risalente al 16 marzo 2011, per poi ricordare i progetti presentati dalla scorsa amministrazione guidata dall’ex sindaco Speranza. “Non è vero che in passato non è stato fatto nulla – ha affermato poi – all’epoca si parlava di 528 persone interne al campo per 136 nuclei familiari, e con i 20 alloggi disponibili in contrada Carrà Marchese, e altri 5 prefabbricati ottenuti con fondi Fas nel 2013, si era già passati ad una loro notevole riduzione (388 cittadini)”.

Piccioni ricorda inoltre il progetto “Le tre chiavi di Ciaò” risalente al 2012 e presentato al Ministero dell’interno con fondi Pon per alloggi temporanei all’interno dei quali trasferire circa 104 cittadini residenti a Scordovillo. 28 moduli abitativi previsti sull’intera area del campo approvati poi nel 2013 dallo stesso Ministero. Nel frattempo, nel 2012, accogliendo l’istanza del Comune, la procura della Repubblica aveva già emesso il decreto di revoca di sequestro preventivo del campo.

“In seguito a varie discussioni in consiglio comunale – ricorda ancora – si pensò poi che la realizzazione di questi prefabbricati avrebbe potuto costituire un “nuovo ghetto”, così si decise di distribuire gli alloggi su tutto il territorio”. La Giunta comunale del 2013 individuò 10 aree. Dopo un emendamento presentato dal gruppo consiliare del Pd, alcune di queste aree furono in seguito escluse dalla Giunta. “Il progetto è stato sminuito dal consiglio comunale dell’epoca – precisa Piccioni – ma l’attuale non ha né ripreso l’ufficio speciale rom costituito ad hoc, né ci ha dato modo di capire se le pratiche di cambio destinazione urbanistica fossero andate avanti. Si tratta di un progetto che si potrebbe riprendere e anche modificare”.  Il consigliere fa inoltre presente come lo scorso 13 luglio, in Prefettura, il Comune di Lamezia sia stato presente alla conferenza di servizi solo attraverso un suo funzionario, senza avanzare proposte sugli alloggi, deliberando soltanto successivamente in Giunta l’interesse per 15 immobili. “Se vi fosse stata quel giorno una presenza politica – chiarisce - si sarebbe forse potuto suggellare prima questo passaggio, sperando che all’esito dell’istruttoria venga premiata ugualmente la scelta di Lamezia”. Ricordando infine l’intervista rilasciata dal Prefetto Latella a il Lametino.it anche sulla questione rom, il consigliere Piccioni ha infine aggiunto: “La Latella ha precisato di star aspettando un progetto dal Comune, e ha anche fatto capire di essere disponibile per dei finanziamenti in questo senso. E’ questo il momento di fare squadra tralasciando i colori politici e confrontandoci in qualunque sede sulla questione”.

Alessandra Renda

© RIPRODUZIONE RISERVATA