Sindaco come Balotelli

Scritto da  Pubblicato in Tonino Iacopetta

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Poche battute sulla conclusione delle amministrative nelle quali si sono registrati i seguenti fatti: vittoria totale del PD, vittoria dell’astensione e sconfitta del PDL e Cinquestelle. La gente, dunque, ha preferito non votare, anziché dare il voto a Berlusca o al Grillastro. Pensandoci bene, il popolo italiano ha perso la grande occasione di avere una classe politica nuova se anziché i grillini, si fosse fatta avanti una vera nuova classe politica al posto di quella vecchia e corrotta sino al midollo. Il popolo, questa nuova classe politica, l’avrebbe votata, anziché le casalinghe, le precarie e gli studenti fuori corso, votare gli spiantati che tramite internet, e del tutto sconosciuti al popolo, avvalendosi della faccia di Grillo, sono riusciti invece a vedere per la prima volta in vita loro i biglietti da Cinquecento euro e pure a mucchietti. E veniamo a Lamezia, dove succede di tutto e di più, dove un sindaco che da tempo ha perso la sua maggioranza, riesce ugualmente a governare. Il suo è stato un discorso semplice, rivolgendosi a quella che in teoria dovrebbe essere l’opposizione: fate che possa portare a termine due o tre cose e poi nel 2014 mi dimetto (una cosa che non sta né in cielo né in terra) e così evitiamo i Commissari, come invece accadrebbe se cadessi subito. Benché la stampa cittadina abbia presentato la cosa come sancita da un accordo giuridicamente valido tra opposizione e sindaco, fatto che non è, la proposta di Speranza ha funzionato. Ora lui si trova in questa brillante posizione: se l’opposizione si rimangia la fiducia accordatagli, sembrerà che la venuta dei Commissari sia dovuta a essa e quindi Speranza ne uscirebbe illibato. Se, e ormai ci riuscirà, a concludere la consiliatura, Speranza, riuscirà anche a risolvere quei tre grandi nodi che io avevo pensato che non potesse sciogliere, quando il sindaco ha visto sparire la sua maggioranza e ritenevo che si sarebbe andati a votare.

Il sindaco lametino, dopo aver per molto tempo tenuto una posizione subalterna nei riguardi dei, chiamiamoli così “poteri forti” per esempio con politici come Talarico e Galati, si è poi emancipato e oggi, i consiglieri regionali lametini, avranno un nuovo concorrente sulla piazza, ossia Gianni Speranza, che al cento per cento prenderà il posto di uno di loro. Ricordate? Avevo scritto che Speranza, qualora fosse fallito nell’azione amministrativa non riuscendo a portare a termine il Piano regolatore, la questione dei nomadi e via dicendo, non avrebbe potuto proporsi né per le Regionali e né per il Parlamento nazionale. Ed è pure logico, perché la grande piazza elettorale di Lamezia non lo avrebbe votato, avendo constatato il suo fallimento di amministratore. Evidentemente, Talarico e gli altri non hanno letto quanto io ho scritto, perché se lo avessero fatto, non avrebbero consentito a Speranza di avere successo nel suo progetto. Questo io lo dico nell’interesse politico e personale di chi non è stato attento e sveglio a quanto accadeva sul proprio territorio ma a me, in nome della città di Lamezia, non dispiace affatto che il sindaco possa portare a termine il suo mandato (ripeto: le dimissioni del 2014 non stanno né in cielo e né in terra). Politicamente, sarebbe stato meglio che Speranza fosse caduto al momento della venuta meno della sua stessa maggioranza, dico politicamente per Talarico e soci che evidentemente hanno sottovalutato il fenomeno Speranza (evidentemente, avendolo sperimentato, pensavano di averlo sotto controllo). Ma si può fermare una forza politica che avanza con prepotenza e con abilità che nessuno avrebbe prima pensato lui avesse?

Si può sottovalutare un Balotelli, ma evidentemente non un SuperBalotelli come ha dimostrato di essere il nostro sindaco, sia pure in presenza di avversari veramente modesti. Complimenti, Gianni e buona fortuna. Continuerò a vigilare per il bene della città, in cui si è avvertito odore di elezioni, facendo spuntare i soliti numerosi, o presunti tali, aspiranti sindaci di Lamezia, con qualcuno di questi che dovrebbe essere logorato come il cappotto di un barbone.  

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