Gatto (Vigor): Troina superiore nel palleggio ma noi poco cinici nelle 4-5 nitide occasioni avute

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Lamezia Terme - Non sa più vincere la Vigor Lamezia al “D’Ippolito”. L’intera posta tra le mura amiche manca infatti dallo scorso 4 dicembre. Dopo gli appena 2 punti raccolte nelle ultime quattro gare interne di campionato, arriva un pesante 0-2 nell’importantissima gara d’andata degli ottavi di finale nazionali di Coppa Italia Dilettanti. Una sconfitta che fa male anche perché la coppa era ormai rimasta l’unica via percorribile per ritornare in Serie D.

Mister Antonio Gatto a fine gara è il ritratto della delusione. Sfido chiunque a preparare la gara durante la settimana in un determinato modo e poi ritrovarsi in svantaggio dopo appena un minuto a causa di un’autorete. Un episodio che ha fatto saltare tutti i nostri piani. Peccato perché il nostro approccio poteva essere quello giusto. Di fronte avevamo una squadra di tutto rispetto, composta di ottimi palleggiatori e con tre-quattro elementi decisamente sopra la media. Normale, quindi, che una volta che ci siamo ritrovati a dover recuperare il risultato, abbiamo dovuto concedere spazi importanti dove loro hanno confermato di andare a nozze avendo giocatori abili a saltare l’uomo nell’uno contro uno, ad attaccare gli spazi e andare in profondità. Abbiamo comunque avuto le nostre quattro-cinque palle gol, alcune anche sull’1-0, ma quando poi non la metti dentro si sa che puoi rischiare di prendere il secondo gol. Come capitatoci, peraltro subito dopo aver avuto noi la palla dell’1-1 con Crucitti. Senza dimenticare che potevano starci due rigori a nostro favore, soprattutto quello su Crucitti, sebbene anche Mosciaro a fine gara mi ha detto di essere stato toccato in occasione dell’azione al 4’ di recupero. Non me la sento quindi di dire che i miei non abbiano dato tutto in campo. Il risultato finale ritengo,  perciò, ci penalizzi oltremodo. C’è comunque questa gara di ritorno a nostra disposizione e non intendiamo certo fasciarci la testa prima di essercela rotta. Andremo a giocarci le nostre chance, perché come loro hanno fatto due gol qui, non è detto che noi non possiamo fare altrettanto in casa loro. Specie qualora dovesse capitare stavolta a noi di andare in vantaggio dopo pochi minuti. Una cosa è invece certa: che noi non potremo permetterci, mercoledì prossimo, il lusso di cambiare cinque-sei elementi rispetto ad oggi (ieri ndr), come ha invece potuto fare il Troina rispetto a domenica”. In campo è sembrato di vedere un Troina che andava a velocità doppia rispetto alla Vigor. Tanto veloce la manovra dei siciliani, quanto lenta e compassata quella locale. “Il loro allenatore – risponde sempre Gatto – ha cambiato sei/undicesimi rispetto alla formazione schierata, in campionato, contro il Mazara. Quindi è stato anche fisiologico che alla lunga possano aver avuto qualcosa in più nelle gambe. Io il Troina sono andato a vederlo dal vivo proprio domenica scorsa contro il Mazara ed avevo già anticipato a qualcuno di voi come fosse un’ottima squadra. D’altronde, se è prima in classifica in campionato ed ha battuto il Milazzo nella finale regionale di Coppa Italia, vuol dire che ha valori importanti, non ultimo una rosa in grado di poter distribuire le forze su due fronti”. Presto giustificata la scelta di far partire dalla panchina Russo. “Sabato ha preso una botta dietro la schiena ed un’altra sulla gamba, tant’è che lunedì non si è allenato. Per cui si è preferito partire con Mosciaro al centro dell’attacco”.

Il tecnico lametino non se la sente di buttare la croce addosso ai suoi. “Non vanno in campo per perdere le gare, come potrebbe sembrare a qualcuno. Cercano sempre di onorare la maglia. Però tutta questa situazione diventa pesante. Che poi il Troina ci sia stato superiore a livello di palleggio in mezzo al campo, in primis con Melillo, non ci piove, ma non si può certo dire che la mia squadra non abbia lottato”. “Non è facile giocare in queste condizioni mentali ed ambientali. Né si possono fare metri di paragone con la scorsa stagione. Quest’anno è stata allestita una squadra che avrebbe dovuto vincere il campionato o comunque giocarsi le proprie chance ai play-off o appunto in coppa, mentre l’anno scorso qualunque cosa di positivo riuscivi a fare era tutto di guadagnato vista la situazione alla deriva. Stavolta le aspettative erano decisamente diverse, insomma, e quindi ci sta che il pubblico contesti”. Gatto tiene comunque a fare una precisazione.“Non ho mai detto che la nostra non sia una rosa importante sotto l’aspetto qualitativo. Ma soltanto che numericamente, specie in questo frangente dove stiamo giocando ogni tre giorni, non siamo nelle condizioni di poter far rifiatare qualcuno. Se il Troina può invece permettersi di cambiare anche sei giocatori di volta in volta, senza risentirne minimamente a livello qualitativo, sta a significare che ha una rosa importante”.

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Umore diametralmente opposto per il tecnico ospite Giuseppe Pagana. Da calciatore aveva affrontato la Vigor al “D’Ippolito” quattro volte, riuscendo a vincere solo una volta, ironia del destino sempre in una gara di Coppa Italia, ma di Lega Pro. Era il 23 novembre 2005 allorquando i giallorossi pugliesi s’imposero grazie ad un calcio di punizione del calabrese Esposito. Negli altri tre precedenti, tutti relativi a gare di campionato (una in D e due in C2), al massimo l’allora fantasista di Paternò, Gallipoli e Val di Sangro era riuscito a strappare un pareggio. “Di quell’annata a Gallipoli ricordo bene sia la gara di coppa che vincemmo qui per 1-0, così come l’inattesa sconfitta in campionato, quando fummo puniti da un tiro dalla lunga distanza di Zaminga, un giocatore bassino come il sottoscritto!”. Poi lasciando da parte i ricordi, l’allenatore troinese doc afferma come “mi aspettavo una grande prestazione della mia squadra perché stiamo bene fisicamente. Ho a disposizione ventitre ragazzi tutti validi e quindi tranquillamente alternabili tra campionato e coppa. Basti pensare che oggi ho  potuto impiegare cinque elementi non schierati domenica contro il Mazara. Quando puoi contare sulla qualità e riesci ad abbinarvi l’intensità, i risultati possono arrivare. Ad ogni modo non è stata una gara facile come il punteggio potrebbe far pensare. Certo, abbiamo sfoderato buone trame contro una squadra difficile da affrontare avendo parecchia fisicità, tant’è che abbiamo a tratti sofferto un po’ sulle seconde palle. Complimenti ai miei ragazzi che hanno dimostrato di essere forti non solo tecnicamente, ma anche caratterialmente. Viceversa, non saremmo riusciti ad imporci su un campo difficile come questo di Lamezia. Siamo una squadra importante solo se giochiamo ogni volta con l’intensità giusta. A fare la differenza, in Eccellenza, sono le motivazioni e la corsa. M’immedesimo comunque nei calciatori biancoverdi che si ritrovano a giocare in una piazza importante e quindi con molte aspettative”.

“Ovviamente l’autorete iniziale ci ha agevolato, ma fa parte del gioco. Nonostante l’immediato vantaggio, però, non ci siamo mai abbassati, continuando a fare il nostro gioco. Sarebbe stato rischioso, d’altronde, aspettare la Vigor nella nostra area”. Quanto alla netta supremazia a centrocampo dei suoi, Pagana fa presente come “è stato anche merito dei nostri attaccanti, bravi a farsi valere anche in fase di copertura , consentendo cosi’ ai centrocampisti di accorciare”. Il 3-4-3 è il modulo prediletto da Pagana, retaggio delle annate  trascorse, da calciatore, alle dipendenze di due tecnici molto importanti per la sua crescita calcistica.  “Non è solo questione di passo. Noi siamo bravi a dar palla in velocità, mentre magari gli altri sono soliti portarla di più al piede. Ho avuto maestri che mi hanno insegnato che la palla, se fatta circolare, è più veloce del giocatore. Mi riferisco a Pasquale Marino e Gaetano Auteri che ho avuto a Paternò e Gallipoli. Non a caso attuo il 3-4-3”. Qualcuno chiede lumi sul motivo di quella esultanza a mo di sfida di Adeyemo sotto il settore occupato dagli ultras biancoverdi. “E’ un ragazzo molto emotivo, che soffre molto i “buhh” dei tifosi avversari. Tant’è che ad un certo punto si è messo a piangere, innervosendosi. Motivo per cui nel finale ho deciso di sostituirlo proprio per evitare che potesse commettere qualche stupidaggine. Dispiace solo che ancora ai giorni nostri si verifichino questi cori discriminatori. Le persone si dividono in buoni e cattivi e non in bianchi e neri (chapeau! ndr)”.

Qualificazione oramai in cassaforte? “Non posso negare che al 60-70% siamo ai quarti. Diciamo che adesso la qualificazione al turno successivo possiamo perderla solo noi. L’importante è non sottovalutare mai gli avversari, anche perché nel match di ritorno oramai il Lamezia tenterà il tutto per tutto non avendo più nulla da perdere. Quindi occorrerà la giusta attenzione”. Un Troina che a questo punto “rischia” di vincere sia il campionato che la fase nazionale della coppa.  “Ci siamo promessi tra di noi che avremmo affrontato ogni partita come fosse una finale. Essendo partiti male in campionato, con tre sconfitte consecutive, per recuperare il terreno perduto non potevamo che concentrarsi su una partita alla volta. La classifica la guarderemo solo alla fine. Quanto alla Coppa, dato che ormai siamo in ballo, e che il nostro presidente si sta sobbarcando ulteriori spese per far fronte a queste lunghe trasferte, con tanto di ritiro pre-partita, è giusto che ripaghiamo i suoi sforzi con prestazioni all’altezza. Perciò scenderemo in campo sempre per vincere, anche per rispetto di chi ci viene a vedere”. “Sapevamo che il Lamezia non stava attraversando un periodo positivo. Tant’è che vi è stato il cambio dell’allenatore. Poi essendo una piazza importante, è ovvio ci sia molta pressione ed in questo caso quando le cose non vanno bene i calciatori rendono sempre un po’ meno rispetto al loro effettivo valore. Siamo stati bravi a sfruttare queste loro difficoltà ambientali, grazie pure al fatto che stavamo tutti bene. Siamo riusciti a fare delle giocate importanti, nonostante ci mancassero elementi di spessore come il portiere titolare Lizzoni e Ott Vale”. A chi gli chiede quale sia il segreto di questo Troina, l’ex fantasista di Paternò e Gallipoli spiega come “il nostro presidente è persona per bene oltre che ambiziosa. Una sua stretta di mano vale molto più di una carta scritta. Il suo grande sogno è quello di portare il Troina tra i professionisti. Siamo partiti tre anni fa, da ripescati, dalla Promozione, rilevando una società sull’orlo del fallimento. Abbiamo fatto i play-off venendo quindi ammessi in Eccellenza. Subito dopo la fine dello scorso campionato ci siamo riuniti e deciso di provare ad allestire una squadra in grado di lottare per le prime posizioni, ma senza pressioni o obblighi particolari. Siamo subito partiti a maggio con degli stage per valutare diversi ragazzi stranieri. Siamo anche andati di persona a Roma per visionare, e prendere, alcuni spagnoli. In qualche caso gente che non giocava da due-tre anni. Un mediatore di Catanzaro ci ha invece portato Souare, ragazzo di colore che non aveva mai giocato a calcio. Era venuto in Italia con la mamma che lavorava dapprima proprio a Catanzaro e poi in Toscana. Appena l’ho visto mi è subito piaciuto, anche se ha un modo di giocare un po’ disordinato. Però ha talento ed è un under di fatto solo sulla carta. Sempre la scorsa estate, con il presidente siamo inoltre andati a Palestrina, vicino Roma, dove abbiamo preso due ragazzi argentini  arrivati da giovani in Italia: parlo di Melillo e Ott Vale. Li abbiamo provati ed abbiamo fatto bingo. E’ occorso un po’ di tempo, all’inizio, per amalgamare tutti questi stranieri, anche perché venivano da religioni e culture profondamente diverse. Ragazzi che hanno però un grande pregio: ci mettono tanta passione perché vogliono far carriera. Di conseguenza, sono disposti a fare qualsiasi sacrificio pur di farsi strada in questo mondo. Ti ascoltano in tutto e per tutto, avendo fame di calcio. Abbiamo poi completato la rosa con due siciliani di categoria quali Fricano ed il centravanti Romeo” .

Ferdinando gaetano

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