Turbolenze nella prima commissione del Senato

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gulla.jpgAbbiamo intenzione di scrivere sulle turbolenze nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, capogruppo la senatrice lametina Doris Lo Moro. Ci facciamo aiutare dagli studiosi. Questo ci permetterà di osservare la politica senza esserne coinvolti nelle polemiche che non servono, nella maniera più assoluta, per una riforma  costituzionale concernente un Senato diverso dall’attuale, su cui abbiamo già scritto. Al riguardo politologi e costituzionalisti storcono il naso. Tra i tanti Gianfranco Pasquino, presidente, dal 2010 al 2013, della Società italiana di Scienza politica che ha organizzato, nei giorni scorsi, il suo 29 esimo convegno all’Unical di Cosenza, dove è stato presentato  l’ultimo volume pubblicato dal professore bolognese: Partiti, Istituzioni, Democrazie.  Pasquino, in un articolo del 9 settembre scorso, non ha avuto dubbi nell’affermare che “la (brutta) riforma del Senato sta diventando (…) un campo di battaglia minato (…) dove si confrontano (…) disegni di futuri assetti del Partito democratico”. Transfughismo e posizionamenti si vedranno anche nel centrodestra che potrebbe fare pressioni su ulteriori ritocchi alla nuova legge elettorale. Secondo alcuni Renzi e Boschi vorrebbero una riforma cosi come “è stata approvata in prima lettura” e dimostrare, in tal modo, che non c’è bisogno dei voti della minoranza Pd. Di conseguenza cercherebbero “di attrarre voti più o meno conosciuti o riconoscibili dei verdiniani e dei berlusconiani sparsi”. E di altri. Se ciò avvenisse, si andrebbe avanti fino al 2018. Sennò elezioni anticipate, “ma non prima dell’entrata in vigore dell’Italicum. Per quanto riguarda la minoranza Pd, si vorrebbe “dimostrare che hanno i voti di cui Renzi deve tener conto” per fare una riforma migliore. I verdiniani sperano di potere essere “decisivi”.

Nel qual caso Berlusconi ne dovrebbe tenere conto. Dal suo punto di vista, il Cavaliere “desidera che Renzi vada a sbattere contro un muro” in modo da potere mettere su una sorta di Nazareno 2 e dimostrare che è ancora lui il leader del centrodestra non subalterno a Renzi, al contrario di Alfano. Per il docente di Bologna la modifica del Senato dovrebbe essere funzionale a un “miglioramento del sistema politico”. Addirittura “sarebbe stato preferibile e continua ad esserlo un’argomentata abolizione” della  seconda  Camera. Ma per come si sono messe le cose, non ci pare possa essere possibile. E poi il nuovo Senato potrebbe essere importante nel rapporto con i territori e avrebbe una funzione utilissima tra centro e periferia. In ogni caso, “né le riforme elettorali né, tantomeno, le riforme costituzionali dovrebbero essere utilizzate per la resa dei conti fra gli schieramenti politici” e tra maggioranza e minoranza all’interno di un singolo partito. Significativa la chiusa dell’articolo: “Il Presidente [Mattarella] non deve dimenticare che è il guardiano della Costituzione [e] deve fungere da arbitro, come ha detto lui stesso, fra i partiti-giocatori. Fischi, Presidente, fischi subito. Troppi giocatori non stanno giocando correttamente la partita”. Gianfranco Pasquino si è laureato a Torino in Scienze Politiche con Norberto Bobbio e si è specializzato in Politica Comparata con Giovanni Sartori alla Cesare Alfieri di Firenze. Ha insegnato in Università italiane e straniere rinomate. Questa breve postilla per menzionare gli studiosi e i laboratori della buona politica. E poi perché ci siamo ricordati di un articolo di Norberto Bobbio pubblicato in “GL”, Giustizia e Libertà, quotidiano del Partito d’Azione, il primo giugno 1945. Un passaggio attualissimo: “Il politicantismo, vale a dire l’abbassamento dell’attività politica a strumento dei propri buoni o cattivi interessi personali (…). Il politicantismo è il modo di fare della politica senza cognizioni specifiche, affidandosi esclusivamente all’istinto o, peggio, al fiuto”. Nello stesso articolo Bobbio si sofferma sull’apoliticismo. Ma ne parleremo in altra occasione. Per quanto riguarda la politica attuale siamo in fiduciosa attesa. Speriamo che non sia politicantismo o apoliticismo.

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