Cantone, Gratteri, Letta, Renzi. Verso una giustizia seria contro le mafie?

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gull.jpgRaffaele Cantone e Nicola Gratteri, magistrati in prima linea, rispettivamente contro la camorra e la ‘ndrangheta, dopo essere stati nella girandola del totoministri del governo Renzi e quasi sicuramente ad un passo dalla nomina, almeno a detta dei soliti bene informati, sono rimasti in qualche modo vicini all’esecutivo, come esperti di mafie. Ma lo erano già con il premier Letta, in quanto componenti della Commissione per l’elaborazione di proposte in tema di lotta, anche patrimoniale, alla criminalità organizzata, fortemente voluta dal precedente presidente del Consiglio a cui avevano presentato il rapporto “Per una moderna politica antimafia”, frutto del proficuo lavoro compiuto. Le 182 pagine del dossier elencano gli enormi profitti delle organizzazioni criminali: “Nelle stime si va dai 18 ai 30 miliardi annui, esentasse. Qualcuno ritiene che il traffico di stupefacenti arrivi ai 25 miliardi annui”. Sull’importante documento vengono evidenziate le proposte concrete per le politiche “moderne” di contrasto repressivo: rendere più duro il 41bis, ovvero il regime speciale per i detenuti del crimine mafioso. Non solo. La richiesta di modifica del 416-ter al Parlamento (v. blog Il voto di scambio, 7 agosto 2013) che è passato al Senato. Le problematiche sociali con la necessaria lotta nei luoghi del degrado urbano, vere e proprie palestre per futuri delinquenti, dove giovani malavitosi crescono. le criticità economiche: autoriciclaggio e contrasto ai patrimoni illeciti; legami tra mafia ed economia, tra criminalità, politica e istituzioni. Quindi quello che bisognerebbe mettere in atto nei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (v. blog Lo scioglimento dei comuni calabresi, 24 luglio 2013).

E’ un documento prezioso ed imprescindibile della buona politica. Adesso chi ha voglia, nel Parlamento e a Palazzo Chigi, di riformare la giustizia e di debellare il crimine organizzato, sa cosa fare. A nostro modesto avviso Cantone e Gratteri sono doppiamente utili: in magistratura e al servizio della legislazione. Li preferiamo tecnici impegnati e sensibili ai cambiamenti e, nel contempo, fuori dai rischi di quella politica che a volte abusa della democrazia, del consenso a tutti i costi e del compromesso di basso livello per salvare schieramenti e posizionamenti. Saranno in tal modo liberi da ogni eventuale condizionamento, come sempre hanno fatto nella loro funzione di magistrati. Anche il nuovo governo ci tiene moltissimo alla collaborazione di Cantone e Gratteri. Una continuità che lascia ben sperare per una lotta efficace alle mafie. Il ministro Orlando ha incontrato entrambi ricevendo la conferma della disponibilità completa per ogni contributo sostanziale ai fini della prevenzione e del contrasto alla criminalità organizzata. Renzi vuole Cantone a capo dell’Autorità contro la corruzione. Tempi duri per i criminali, politici e non. Così le ultime parole del suo libro I gattopardi: "[Una volta] un imprenditore al Nord veniva respinto, ma neanche al Sud veniva accettato in certi ambienti che non tolleravano il legame con le cosche. Adesso il muro sembra crollato (…) Sono un cittadino che vive in Campania: amo la mia terra e non posso accettare l’idea che ci si possa arrendere ai clan”. Renzi vuole Gratteri consulente per la criminalità. Così le ultime parole del suo libro La giustizia è una cosa seria: “La giustizia è una cosa seria. Come la lotta alle mafie. Ed entrambe vanno affrontate in modo serio. E’ importante poter contare su una legislazione penale adeguata al danno etico ed economico, individuale e collettivo, che le mafie provocano”. Giustizia seria significa non contraddittoria, lacunosa o, peggio, a protezione del potente, non solo mafioso, che, in molti casi, si è servito del garantismo per rendere inefficaci le conseguenze penali. Restiamo fiduciosi.

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