Al via la campagna elettorale

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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  Il 28 dicembre scorso Mattarella ha sciolto le Camere. L’appuntamento con le urne sarà il 4 marzo. Il nuovo Parlamento si dovrà insediare il 23 dello stesso mese. Al via la nuova campagna elettorale, in verità mai interrotta. Già settimane prima del decreto di scioglimento erano iniziate le dinamiche della lotta tra i partiti: in Lombardia e nel Veneto trascinamento post-referendario verso Destra, a Sinistra formazione di una nuova lista (Liberi e Uguali); ritiri importanti nell’area vicina al Pd: a Destra (Alfano) e a Sinistra (Pisapia); dopo l’abbandono del leader di Ap, direzione nazionale del partito per separazione consensuale dei parlamentari, alcuni sono andati nel PD, in FI, altri in futuri movimenti; Dopo Insieme (Verdi e PSI)), si è formata un’altra “gamba” del centrosinistra: Civica popolare (una parte di AP, Centristi per l’Europa, Democrazia solidale, Italia dei Valori, L’Italia è popolare); Tabacci, già presente in Parlamento con il Centro Democratico, quindi non obbligato alle firme, in soccorso di Europa; ha concesso il simbolo alla Bonino che non è stata costretta a raccoglierle come da Rosatellum bis; accordo con il PD nel momento in cui si sta scrivendo il pezzo; nel centrodestra tre leader (Meloni, Berlusconi, Salvini) sono troppi, due dovrebbero fare un passo di lato; invece il passo indietro lo ha fatto Maroni; non si ripresenterà alle prossime regionali “per motivi personali”; subito dopo, però, a sorpresa, in conferenza stampa ha rivelato dissensi con Salvini, non alimentando polemiche; soltanto sfogo personale, il suo, come ha precisato in tutta fretta; Attilio Fontana, ex sindaco di Varese sarà il prossimo candidato governatore della  Lombardia per il centrodestra; già la prima gaffe su “la razza bianca a rischio”; si è scusato; Giorgio Gori è il candidato del centrosinistra; piccoli cespugli (Energie per l’Italia) nell’area della Destra liberale in cerca di posizionamento, alcuni correranno da soli; sigle e simboli di antico lignaggio (Dc, Pri, Pli) in mobilità; transfughismo o andirivieni; ansie, attese, paure, nevrosi di parlamentari per le probabili o improbabili future candidature nelle liste delle diverse forze politiche. E’nata “Noi con l’Italia”:sono confluiti nella nuova lista rappresentanti di primo piano di formazioni politiche recenti e del passato: Direzione Italia, Popolari e Autonomisti, Ap-Ncd, Scelta Civica, Udeur, una parte dell’Udc, Idea. Anche nell’ambito del centrodestra difficoltà sulla scelta dei candidati; le fake news contro l’avversario imperversano fin d’ora ed entrano a gamba tesa nell’esasperato dibattito politico. Ne vedremo delle belle (o delle brutte!) con i social. Per adesso tante promesse senza fare i conti con il bilancio dello Stato. Quella iniziata sembra la campagna elettorale del “promettificio”, come ha scritto efficacemente Gian Antonio Stella.

Permane tra gli elettori la cronica disaffezione alla politica a cui i partiti non sembrano dare peso. Così almeno risulta dai sondaggi. Secondo Pietro Ignazi, professore di Politica comparata presso l’Università di Bologna, l’88% dell’elettorato considera la classe politica “altamente corrotta”. I partiti populisti hanno messo un freno richiamando al voto “con false promesse e miraggi” molti di coloro che si erano allontanati, mentre i partiti tradizionali continuano a perdere consenso “non avendo riattivato il meccanismo della fiducia. Una classe politica responsabile ha l’obbligo di andare a recuperare chi si allontana prima che sia troppo tardi”. A Sinistra del PD Bersani, Civati e Fratoianni, finalmente hanno trovato il leader: Pietro Grasso, ex Presidente del Senato. La sua formazione politica, Liberi e Uguali, di cui fa parte anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, oltre il 6% nei sondaggi, manifesta valori costituzionali e diritti sociali. I commenti al riguardo nascondono, a mio parere, la preoccupazione o il timore che il nuovo movimento possa sparigliare nell’area di centrosinistra con perdita di consensi da parte del Pd. Ammesso e non concesso che possa essere in questi termini, l’opinione di altri commentatori è ben diversa. Il trend negativo del partito di Renzi risulta costante da parecchio tempo; le sconfitte nelle precedenti competizioni elettorali confermano le analisi di politologi ed anchormen. Uomo solo al comando sempre più solo. Al contrario, in ascesa nei sondaggi Forza Italia.

Per il futuro prossimo il Rosatellum bis potrebbe rivelarsi condizionante a discapito di vittorie certe per partiti, movimenti e/o coalizioni ancora speranzosi di poter governare stabilmente. La legge elettorale ha suddiviso il territorio nazionale in 232 collegi uninominali per la Camera dei deputati e 116 per il Senato; ciò che rimane sarà eletto in collegi plurinominali in listini bloccati molto corti. La partecipazione positiva ai referendum consultivi in Lombardia e nel Veneto ha rivelato un elettorato di centrodestra partecipato. Saranno pochissime le chance per il centrosinistra. Secondo gli ultimi sondaggi aggiornati, il centrodestra sarebbe vincente, il centrosinistra potrebbe essere competitivo nelle “regioni rosse”, il M5S otterrebbe più seggi del PD, Liberi(e) e Uguali dovrebbe entrare in Parlamento. Ma per alcuni politologi alla fine non ci sarebbero vincitori in grado di governare l’Italia. La legge elettorale attuale si è prestata a molte critiche soprattutto perché approvata a colpi di maggioranza, mentre avrebbe dovuto essere prerogativa del Parlamento per godere di una larga partecipazione di Camera e Senato. E’ la legge che sta accanto alla Carta Costituzionale, anche se si vota con iter parlamentare ordinario. Per questo avrebbe bisogno di ampia condivisione. Le leggi elettorali del recente passato, Porcellum ed Italicum, bocciate dalla Consulta, erano state costruite per favorire determinati gruppi politici al governo. Anche per il Rosatellum bis ci sono state valutazioni in tal senso da parte di alcuni costituzionalisti. Esiste, poi, il rischio che possa ritorcersi contro chi l’ha pensata per proprio tornaconto. Con la legge Calderoli si è verificato il boomerang.

Finora la classe politica si è dimostrata impreparata a fare una legge elettorale per mettere i cittadini nelle migliori condizioni di partecipazione democratica, per rendere più governabile il sistema Italia, più moderno lo Stato. Bisogna dire che una buona legge elettorale è certamente un positivo passo in avanti, ma non basta. Una legge elettorale è soltanto un insieme di regole non sufficiente. Sarebbe necessaria la discesa in campo della buona politica con programmi che trovano il consenso dei cittadini. Le tematiche ben dibattute dovrebbero bucare lo schermo ed entrare nelle case quando si vedono alla tv i talk politici. Oppure portarli nelle piazze o nei luoghi della comunità per discutere di contenuti. Il lavoro, l’occupazione, la faticosa e lenta uscita dalla crisi economica, la corruzione, la delinquenza organizzata. C’è tanto da fare sul concreto. Dibattiti seri che una volta per tutte riescano a mettere fuori gioco la politica spettacolo. Anche la convegnistica può essere utile, ambiti di esperti in cui viene elaborata l’offerta politica per essere poi proposta in luoghi d’incontro interattivi per i cittadini. E poi, quando si è al governo, le pratiche di buona politica: amministrare la cosa pubblica con competenza. Insomma una politica diversa al servizio dei cittadini, in grado di affrontare veramente le problematiche complesse del nostro tempo.

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