Pillole di storia: Coloni ellenici dallo Ionio al Tirreno a dorso di mulo

Scritto da  Pubblicato in Francesco Vescio

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Le colonie elleniche sulle coste del Mare Ionio tra l’VIII e il VII secolo a.C.: Sibari, Crotone e Locri nei secoli successivi fondarono delle sub colonie sulle rive del Mare Tirreno e utilizzarono dei sistemi di comunicazione per via di terra, che passavano per le montagne dell’attuale Appennino Calabro e non per via di mare. Per la sua posizione geografica questo fenomeno non riguardò quella di Reggio, essendo sita sulla riva orientale dello Stretto di Messina. Potrebbe sembrare un po’ strano che abili ed esperti naviganti, ricorressero a collegamenti terrestri tra centri abitati costieri nella stessa regione e non a quelle marittime, ma condizioni geografiche e fattori storici determinarono tale scelta. Gli studiosi a tale riguardo hanno fatto notare che gli Elleni nei secoli fondarono colonie vicino le coste o a poca distanza da esse e non si spingevano quasi mai molto nell’entroterra; se si osservano le loro colonie su un atlante storico, si può facilmente notare che il loro sito fu scelto quasi sempre presso le coste e il resto del territorio restava sotto il controllo degli abitanti preellenici; nell’Italia Meridionale (Magna Grecia), ciò si verificò in Puglia, Lucania, Campania, solo la Calabria attuale fu colonizzata per intero.

Dal punto di vista geografico si deve considerare che lo Stretto di Messina per il gioco delle correnti, che cambiano direzione nella giornata, potevano essere pericolose, se non si conoscevano i diversi tratti di mare in maniera molto precisa; dal punto di vista storico i coloni di stirpe ionica stanziati sulle due città dello Stretto erano in uno stato di ostilità verso quelli locresi e achei, che avevano fondato le città sopra citate. Queste circostanze storico-geografiche fecero sì che le città elleniche della costa ionica, dopo essersi rafforzate dal punto di vista economico e militare, mirarono ad estendere la loro influenza su aree della regione adiacenti a quella dell’insediamento iniziale. Sibari fondò sulle coste tirreniche le sub colonie di Lao, Scidro, Temesa, Clampezia; esse erano collegate con sentieri, che seguivano i corsi dei fiumi, passavano per i valichi silani e poi scendevano, sempre seguendo i corsi d’acqua sul versante marino opposto.

Le merci erano trasportate, per lo più, con animali da soma: asini, muli, cavalli, non esistevano strade carrozzabili; nella regione le prime furono costruite diversi secoli dopo dai Romani. Crotone sul versante tirrenico fondò Terina, il cui sito ultimamente è stato localizzato nei pressi di Sant’Eufemia Vetere e vi sono state alcune campagne di scavo molto interessanti per i manufatti ritrovati. I Crotoniati fondarono lungo le coste ioniche, tra le altre, la sub colonia di Skylletion da lì risalivano il corso del Corace e poi superavano le colline per raggiungere il corso del fiume Amato, che permetteva loro di pervenire nell’attuale Piana di Sant’Eufemia; vicino il mare fondarono la loro colonia tirrenica Terina, per percorrere la distanza tra essa e Skylletion, a piedi, si impiegava circa mezza  giornata. Locri sulla costa tirrenica fondò Hipponion (l’odierna Vibo Valentia), Medma (nei pressi dell’attuale Rosarno), ebbe pure la colonia Metauro, la quale, secondo una certa tradizione, sarebbe stata fondata dagli Zanclesi, che poi sarebbero stati cacciati dai Locresi nella loro fase espansiva. Questi per raggiungere le loro sub colonie passavano per la catena dell’Aspromonte, neve permettendo.

 

 

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