Lamezia, celebrata 103esima giornata mondiale del migrante: "Siamo tutti figli di Dio e pellegrini del mondo"

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Lamezia Terme – Un momento di preghiera e di solidale vicinanza dedicato ai tanti migranti minorenni che con dei veri ‘viaggi della speranza’, non esenti da pericoli, su grandi barconi scalcinati e fatiscenti giungono ormai quotidianamente sulle nostre coste alla ricerca di un futuro migliore lontano da guerre e carestie che attanagliano i loro paesi d’origine. Dunque obiettivo della Chiesa Cattolica è stato quello di dar voce ai giovani migranti inermi e indifesi con la 103esima giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che quest'anno si è incentrata sul messaggio di Papa Francesco: ‘Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce’. La giornata solidale ha voluto riscoprire il vangelo dell’accoglienza e si è celebrata il 15 gennaio anche nella diocesi lametina con una messa in Cattedrale con delle letture dei migranti in lingua (portoghese, francese, ucraino, inglese) ed officiata dal vescovo Luigi Cantafora. La celebrazione annunciata come, “un po’ movimentata e particolareggiata” dalla direttrice dell’Ufficio Diocesano Migrantes Suor Manuela Simoes che ha organizzato la giornata ha posto l’accento sul travaglio dei migranti minorenni.

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I bambini con i loro canti assieme ai momenti di riflessione dei migranti più adulti hanno animato la Sacra Assemblea mentre, il vescovo ha sottolineato come i migranti bambini siano, “le principali vittime di questi viaggi o perché sfruttati o perché malamente ospitati da persone senza scrupoli”. “Ma - rifacendosi e rispondendo alle parole del Santo Padre in merito alla giornata odierna - i bambini migranti figli di Dio e concittadini di Cristo come tutti noi, sono vittime tre volte: «perché minori, perché stranieri e perché inermi»e costretti a vivere lontani dalla loro terra e separati dagli affetti dei loro cari”. “Fanciulli - ha aggiunto suor Tiziana - ai quali dobbiamo sentirci tutti più vicini”. Nel prosieguo della sua omelia il Vescovo ha voluto rimarcare il messaggio di fratellanza universale e condivisione che la chiesa di Gesù vuole insegnarci. “La storia delle migrazioni è lunga e - ha specificato- siamo tutti figli di Dio e pellegrini del mondo, possiamo essere noi stessi anche insieme agli altri, - ha glossato nella benedizione finale-  dunque, basta erigere barriere o steccati, il motore per ottenere tutto ciò, corredato da consapevolezza e coscienza, è la pace”.

Francesco Ielà

 

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