Lamezia: Borrello-Fiorentino vince bando nazionale "Le biblioteche di Antonio", in arrivo 380 volumi

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Lamezia Terme - Giornata densa di celebrazioni e appuntamenti per gli allievi e gli insegnanti dell’Istituto Borrello-Fiorentino: martedì 17 si è tenuto un incontro di presentazione del libro di Titti Preta “GLI OCCHI NERI DI AISHA”, un evento che ha inaugurato in anteprima la settimana della Scuola dedicata a Libriamoci (23-29 ottobre) con giornate di lettura nelle classi. L’autrice Titti Preta ha dialogato con gli studenti della Scuola Secondaria di primo grado. Sono intervenuti il Dirigente Scolastico prof. Lorenzo Benincasa, la docente prof.ssa Gambino Marinella, lo studioso e giornalista Salvatore Berlingieri. L’autrice Titti Preta, intellettuale poliedrica, scrittrice, poetessa, docente di latino e greco al liceo “Morelli” di Vibo, antichista  e delegata del Fai (Fondo Ambiente Italiano) ha presentato agli allievi questo breve romanzo didattico dedicato al tema delle migrazioni; la storia di una piccola profuga, Aisha, e di suo fratello Youssef, in fuga dalla Libia verso l’Italia. Un’occasione per riflettere ancora una volta positivamente su un tema molto sentito da parte dell’Istituto, come ha evidenziato il D. S. Benincasa, vista la tradizione di accoglienza che fa ormai parte della realtà della Scuola. “La presenza di questi bambini per noi è un punto di forza, noi puntiamo molto su ciò che ci unisce: sui valori comuni, sul rispetto dell’altro, sulla convivenza e sul dialogo”.

Ha poi aggiunto che accettare l’altro però non vuol dire rinunciare alla nostra identità; il vero dialogo si instaura avendo consapevolezza ciascuno delle proprie radici. E conclude: “La Scuola, attraverso la cultura e l’educazione, deve guardare a entrambi questi bisogni: il riconoscimento delle proprie radici e della propria appartenenza, per poter dialogare con l’altro alla pari”. La prof.ssa Gambino partendo dal libro ha analizzato la realtà calabrese fra ieri e oggi: la Calabria, secolare terra di emigrazione nel racconto dei suoi grandi scrittori, oggi divenuta a sua volta, come nel libro di Preta, meta di un esodo di disperati. Un flusso di nuovi poveri che in parte “riempie” il vuoto lasciato dallo spopolamento e dall’abbandono. Riace, tornata a nuova vita grazie all’accoglienza, diventa metafora di una realtà più grande: tutta l’Europa è una grande Riace, almeno dal punto di vista demografico, i migranti non sono un peso ma un’opportunità. Questo vale proprio a partire dalla Scuola, da cui ha inizio una “rivoluzione demografica” necessaria. La parola è andata al giornalista Salvatore Berlingieri che ha fornito alcune importanti chiavi di lettura della rivoluzione libica del 2011 che fa da sfondo alle vicende narrate nel libro. In particolare si è soffermato sul ruolo dei media, e in particolare dei social, nella genesi di quella “primavera araba” che ha portato in piazza migliaia di giovani, spinti dalla voglia di libertà e di democrazia, non molto diversi dai loro coetanei che nel 1989 hanno fatto cadere il Muro di Berlino.

Berlingieri ha poi sottolineato un’altra componente importante di questa spinta alla democratizzazione del mondo arabo, ovvero le donne, che tanta parte hanno nel romanzo sia per quanto riguarda il ruolo della madre Fatima, sia per l’omaggio che Preta fa a due figure di scrittrici del mondo arabo: Fatema Mernissi e Assja Diebar. Berlingieri infine ha proposto un paradigma del libro di Preta come ipertesto di carta, alludendo ai vari spaccati che si aprono nel corso della narrazione come finestre sul mondo, con materiali informativi e di approfondimento. L’autrice, infine, ha presentato ai ragazzi un percorso di lettura attiva di brani dell’opera, soffermandosi su aspetti salienti, sotto il profilo del contenuto e della forma, discutendo con loro sulle varie tematiche. Si è collegata agli interventi precedenti, in particolare quello del D. S. definito “di grande equilibrio e saggezza” e aggiungendo: “Per poter accogliere queste persone dobbiamo anche conoscerle; il mio libro è anche uno strumento di conoscenza”. E proprio sulla scia della definizione del libro come ipertesto, ha allargato la visione ai tanti “link” in esso contenuti (l’Islam, il velo, la condizione della donna, il Mediterraneo come luogo di tutti/di nessuno).

L’Istituto Borrello-Fiorentino, ha annunciato poi ufficialmente di essere il vincitore nazionale del bando 2017 “Le Biblioteche di Antonio” per cui riceverà in premio una nuova Biblioteca scolastica di 380 volumi. Il premio intitolato alla memoria di Antonio Spinelli, tra i fondatori della casa editrice Sinnos da sempre impegnata nel sociale a favore dei più deboli. Fra il pubblico, anche la signora Melina Gambino, vedova del grande scrittore Sharo, e altri familiari, per annunciare un altro appuntamento con la cultura per il prossimo anno. L’Istituto Comprensivo sarà tra i promotori di una iniziativa per ricordare a dieci anni dalla morte il grande scrittore serrese, in collaborazione con la famiglia e con altri intellettuali. Il perché della decisione ancora una volta nelle parole di Titti Preta, della figlia dello scrittore Marinella e del Dirigente Scolastico: Gambino, insieme ad altri scrittori, a scrittrici come la stessa Preta, Fatema Mernissi e Assja Diebar; cultori della memoria, testimoni profondi della cultura della propria terra, ci ricordano quanto è importante avere il senso dell’appartenenza per sapere chi siamo. Una costruzione di identità che tanto più ha bisogno di riferimenti forti, quanto più è aperta all’identità degli altri.

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