Altrove Festival: artista spagnolo Gonzalo Borondo inaugura edizione 2017 con “Aria”

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Catanzaro - “Aria” di Gonzalo Borondo è la prima opera pubblica realizzata per Altrove Festival IV Edizione - Centro Arte Contemporaneo, considerato tra i migliori festival d’arte pubblica in Italia ed uno tra i più importanti in Europa. Stessa location anche per la quarta edizione, la città di Catanzaro: il festival farà riscoprire il valore culturale, storico e turistico del capoluogo di regione, suggerirà nuovi utilizzi dello spazio pubblico e lascerà in eredità alla città di Catanzaro una serie di opere d’arte pubblica realizzate da parte di alcuni dei più importanti artisti al mondo. Un lavoro monumentale, quello di Borondo, come il Complesso del San Giovanni che lo ospita, ha permesso all’organizzazione di stampare 185 vetri in soli quattro giorni e all’autore di rifinire a mano 73 figure che ora restituiscono una nuova immagine nel paesaggio urbano catanzarese.

Una donna passeggia elegante. Nuda e fiera innalza al cielo la bandiera vuota. L’assenza del drappo, che per secoli ha rappresentato appartenenza e protezione per il singolo e al contempo confine e divisione fra i popoli, annulla oggi la sua valenza politica ed eleva un vessillo etico, unitario e collettivo, che nella pancia dell’uomo, nei colori del cielo e nel costante movimento del vento ritrova la direzione di una nuova coscienza.

L’immagine, essenziale e primitiva, di giorno invita ad avvicinarsi, a scovare tra i graffi del pittore istantanee di una comunità stufa del suo luogo perché accecata dal costruito, che non riesce a godere di quello che la natura le ha già donato. L’opera è una chiamata all’attenzione sul paesaggio, patrimonio inspiegabilmente falcidiato dall’immoralità dell’azione dell’uomo, seppure eterna fonte di spirito, bellezza e differenza. Di sera il vetro riflette le luci di quel castello la cui conquista ha rappresentato la libertà per l’indomito popolo di Catanzaro, al tempo rinomato in tutto il mondo per la qualità della sua seta ed esempio di democrazia e civiltà. L’opera si colloca nella storia dell’arte come tra le più imponenti realizzate nello spazio pubblico in serigrafia, antichissima tecnica di stampa il cui nome deriva proprio dal latino seri, seta. Un processo creativo lungo e complesso ha visto l’artista dipingere e graffiare a mano 36 vetri matrice, trasformati in telai per la stampa grazie alla collaborazione tecnica, logistica e creativa dello studio 56fili e di Studio Superfluo di Roma.

Il vento si schianta, ma frena e riparte. L’uomo non può credere di riuscire a fermarlo, non può continuare ad immaginare la sua vita senza riconoscere la costante potenza innovatrice della natura e del suo migrare, senza imparare dall’aria e degli uccelli, dall’uomo stesso e dagli altri animali. Il corpo di una donna semplicemente filtra una visione ancor più potente. La sagoma delinea prima nuove prospettive, poi invita a superarla e a godere dell’infinita magnificenza del paesaggio. Non segna il confine, perché non crede nella sua esistenza. Non alza muri, ma unisce sotto il simbolo di una bandiera comune a tutti gli uomini.

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