Storia di violenza e abusi a Gizzeria, al via incidente probatorio

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Lamezia Terme – È cominciato oggi l’incidente probatorio richiesto dalla Procura lametina per la vicenda di abusi e violenze che è venuta alla luce a Gizzeria, e che ha come protagonista un uomo, il 52enne Francesco Rosario Aloisio Giordano, che avrebbe costretto la compagna a subire queste violenze per dieci anni.

In modalità protetta, in una stanza lontana da occhi indiscreti, il figlio di 9 anni della coppia ha parlato supportato da uno psicologo. Dall’altra parte, il pubblico ministero titolare delle indagini, Luigi Maffia, il Gip Emma Sonni, i difensori, gli avvocati Salvatore e Simona Sisca, insieme all’indagato, e l’avvocato della parte offesa Rossana Cribari.

Il bambino, in tre ore, avrebbe raccontato di qualche episodio di bullismo di cui sarebbe stato vittima ma avrebbe anche confermato le violenze. Questo dell’incidente probatorio è considerato uno dei passaggi chiave dell’inchiesta, soprattutto per capire dove sia la verità. La testimonianza del bambino, così come quella della madre, che avverrà, sempre in modalità protetta, lunedì prossimo, serviranno a cristallizzare il quadro accusatorio. Il pubblico ministero Luigi Maffia, titolare delle indagini, aveva chiesto poi anche una perizia medico legale sulla donna e i suoi due figli ma l’incarico peritale non è stato ancora conferito.

La storia di Gizzeria, scoperta dai carabinieri in seguito ad un controllo, ha portato alla luce condizioni di vita della giovane donna e dei due figli che da lui aveva avuto, disumane. Giordano è stato fermato il 22 novembre scorso dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme, guidata dal comandante Pietro Tribuzio, ed è accusato dalla Procura di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata, mentre era stato già condannato nel 1995 per accuse simili e aveva scontato una pena di quattro anni e mezzo.

La donna stessa, dopo giorni di reticenze perché spaventata, avrebbe raccontato la storia che l’ha vista tristemente protagonista. Giovane, giovanissima, era finita a fare la badante della moglie di Giordano, diventando, come ha confessato, una vera e propria prigioniera in un incubo lungo dieci anni. I carabinieri l’hanno trovato in una cascina fatiscente nelle campagne di Gizzeria, costretta a vivere in condizioni igieniche penose, insieme ai suoi due figli di nove e tre anni, senza alcuna possibilità di interfacciarsi con il mondo esterno.

Claudia Strangis

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