Processo Chimera, in aula testimone racconta i suoi rapporti con i Gualtieri

CHIMERA-PROCESSO-12-dicembre.jpg

Lamezia Terme - Udienza dedicata al controesame del testimone di giustizia Pasquale Mercatante nel Processo Chimera che si sta celebrando al tribunale lametino davanti al collegio oggi composto dai giudici Aragona, Martire e Loscanna. Il testimone ha risposto alle domande dell’avvocato Nicola Veneziano che ha chiesto ulteriori chiarimenti su quanto dichiarato nei verbali del febbraio 2013 quando Mercatante si è recato dai carabinieri la prima volta per denunciare i fatti di cui oggi è testimone. Cesare Gualtieri, Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Massimo Crapella e Giancarlo Puzzo sono gli imputati che hanno scelto il rito ordinario.

L’attenzione della difesa si è concentrata particolarmente su quello che il testimone definisce “l’agguato” che avrebbe subito in località Trempa di Lamezia presso l’abitazione di Gualtieri. In particolare l’avvocato ha chiesto precisazioni temporali sulla presentazione del testimone ai carabinieri rispetto alla vicenda “dell’agguato” che, come risulta dai verbali, sono stati resi ai carabinieri il 19 e 21 febbraio 2013. Più volte il Collegio, durante l’udienza, ha esortato a procedere il controesame con “toni più tranquilli”.

Dai carabinieri, ha riferito il testimone “io c’ero andato il giorno prima, di pomeriggio e, dopo questo incidente con Cesare, sono ritornato il giorno dopo e poi mi hanno messo sotto protezione”. Mercatante si sarebbe recato dai carabinieri in quanto “la mia vita credevo fosse a rischio, ero sotto pressione, mi sentivo minacciato dalla famiglia Gualtieri”.

“Il giorno dopo, dopo la vera aggressione, ho formalizzato la denuncia” ha precisato il testimone che ha rimarcato come, essendo passati tanti anni, non ricordasse esattamente le date. L’avvocato Veneziano, difensore di Festante e Gualtieri, ha contestato formalmente al testimone “lei si reca dai carabinieri il 19 febbraio 2013 dove accusa i Gualtieri, il fatto viene formalizzato. Poi il 21 riferisce di aver subito un’aggressione il giorno prima, il venti”.

Il punto che l’avvocato ha tenuto a chiarire è se il testimone avesse sporto denuncia prima del cosiddetto “agguato”. Mercatante ricorda che il 19 si sarebbe recato dai carabinieri “perché si sentiva minacciato” ma poi la denuncia l’avrebbe formalizzata il 21, giorno dopo quello che definisce “agguato”. L’avvocato contesta, quindi, che il testimone, invece, ha sporto denuncia il 19 e poi anche il 21. Il legale chiede perché si sarebbe recato “alla Trempa” se il giorno prima aveva fatto una denuncia contro Gualtieri. “Perché non avevo risolto il problema di tossicodipendenza - risponde il testimone - ero andato a prendere eroina”. “Era una necessità quotidiana”, ha aggiunto “in quel momento non avevo i soldi e speravo che continuassero a farmi credito”. Altro punto analizzato in sede di controesame, quello del debito maturato e quello che chiama “regalo di 4 bussolotti di sostanza stupefacente da parte di Pino Festante”. Il testimone sul punto ha dichiarato: “dopo questo ‘regalo’ è ricominciato il rapporto con Pino Festante. Il debito non c’era ancora quando ho avuto questo regalo”.

L’avvocato Conidi, difensore del testimone Mercatante, ha chiesto quali siano state le ripercussioni di tutta questa vicenda su di lui. “Sono stato operato d’urgenza allo stomaco arrivato in ospedale in fin di vita”. “Questo anche per lo stress e per il protrarsi di questa situazione nel tempo”. Concluso il controesame il processo è stato rimandato al 9 gennaio alle 11 per la citazione dei testi della difesa. A chiudere l’udienza odierna, le dichiarazioni spontanee di due imputati: Pino Festante e Cesare Gualtieri. “La mafia non so dove sta di casa” ha detto Festante che, ha aggiunto “non tutti i mali vengono per nuocere, ora mi sono ripulito, io avevo solo problemi con la cocaina”. Gualtieri, invece, ha voluto precisare al Tribunale i suoi rapporti con Mercatante. 

R.V.

© RIPRODUZIONE RISERVATA