Omicidio Mezzatesta, il killer "insospettabile" identificato grazie a telecamere videosorveglianza: ricostruito percorso - VIDEO

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Catanzaro - È stato catturato alle nove di mattina, e non di notte come avviene di solito, Marco Gallo il 32enne lametino e residente a Falerna ritenuto dagli inquirenti il killer di Gregorio Mezzatesta ucciso il 24 giugno alle otto a Catanzaro davanti al luogo di lavoro con 5 colpi d'arma da fuoco calibro 9x21. “Una modalità di cattura diversa” affermano in conferenza stampa tenuta alla Procura di Catanzaro pensata per evitare complicazioni e intervenire in maniera sicura. Gregorio Mezzatesta, 53 anni, dipendente delle Ferrovie della Calabria, fratello di Domenico Mezzatesta, l'uomo che nel gennaio del 2013 con il figlio Giovanni si rese responsabile di un duplice omicidio in un bar a Decollatura. I dettagli che hanno portato all’arresto sono stati svelati in conferenza stampa alla Procura di Catanzaro alla presenza del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dell’aggiunto Giovanni Bombardieri, Marco Pecci comandante carabinieri provinciale, Alceo Greco comandante del reparto operativo e Paolo Vincenzoni, della sezione crimini violenti.

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Gratteri: "Un omicidio commesso in solitario"

Gallo, sottolineano più volte nel corso della conferenza, “era un insospettabile”. Un ragazzo che non aveva nessun tipo di precedente “nemmeno una contravvenzione per divieto di sosta”, era possessore di porto d’armi ad uso sportivo “simbolo che non ha mai avuto problemi con la giustizia”. Il 32enne, infatti, era solito recarsi al poligono. Il procuratore Gratteri parla di un successo importante per carabinieri e Procura: “abbiamo trovato l’autore dell’omicidio Mezzatesta, e siamo sicuri di questo, senza nessun tipo di collaboratore ma solo con testimonianze ed elementi di routine”. “Un omicidio commesso in solitario” per il quale i carabinieri in sinergia con i Ros e la sezione crimini violenti hanno svolto un’attività certosina sulla base di quelle poche tracce che avevano.

Giovanni Bombardieri evidenzia la difficoltà delle indagini e ringrazia i carabinieri per l’eccellente lavoro svolto. “Un’indagine che ha portato a seguire il mezzo per tutta la provincia di Catanzaro”, grazie alle telecamere di videosorveglianza presenti sul territorio ma anche a quelle di esercizi commerciali e abitazioni private è stato possibile ricostruire tutto il percorso compiuto dal killer da quando è partito a quando ha raggiunto la vittima fino a poi giungere nel luogo dove ha depositato il mezzo. “Abbiamo seguito tutto il percorso compiuto dal killer, sono tanti gli elementi che ci hanno portato a lui” aggiunge riferendo che sono in corso ancora perquisizioni anche in diversi paesi del circondario. Anche Bombardieri sottolinea la figura del giovane “una persona fredda” che ha commesso un delitto efferato, di giorno, in un luogo frequentato del centro di Catanzaro.

“Siamo arrivati al risultato odierno in un arco temporale ristretto, dal 24 giugno, poco più di un mese dall’omicidio” evidenzia, invece, il colonello Marco Pecci, comandante carabinieri provinciale, parlando di aver lavorato su attività tradizionali con ausili tecnici e reparti specializzati in sinergia anche con le stazioni. Pecci parla di un “crimine efferato, di un omicidio avvenuto in pieno centro alle prime ore del mattino nei pressi di una stazione. Un atto sfrontato per le modalità dell’omicidio”.

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Colonnello Vincenzoni: "Un crimine efferato commesso in un territorio difficile"

In conferenza stampa anche il colonnello dei carabinieri Paolo Vincenzoni, comandante del Reparto crimini violenti del Ros, sottolinea l’importanza del lavoro svolto “messa in campo nelle fasi subito successive all’omicidio. Elementi raccolti dai carabinieri che hanno permesso a noi di elaborarli”. “Un crimine efferato commesso in un territorio difficile - dice Vincenzoni - ricostruito in maniera perfetta sia nelle fasi omicidiarie che precedenti, dal pedinamento della vittima fino al tentare di nascondere le prove a carico. Tutto ciò è stato ricostruito in maniera certosina dai nostri carabinieri”. È stato così documentato un percorso di almeno 80 km, compito dal killer, per raggiungere il luogo e ritornare alla sua base. I carabinieri hanno così visionato ore e ore di registrazioni delle telecamere di sorveglianza.

Comandante Greco: "Abbiamo documentato il percorso dalla partenza, all’azione, alla fuga in tutta la provincia"

“La Procura ci ha seguito passo passo e, questa, è stata una spinta per cercare di chiudere il cerchio” dichiara il comandante del reparto operativo Alceo Greco che rivela di aver documentato “il percorso dalla partenza, all’azione, alla fuga attraverso i territori di Lamezia, Tiriolo, Marcellinara, Catanzaro per poi riapprodare a Lamezia”. A Lamezia Terme, il giovane aveva, infatti, la disponibilità di un garage. Un percorso secondario, reputato poco battuto dal 32enne, che però non si è rivelato “fortunato”. Il presunto killer è stato così ripreso dalle telecamere, talvolta anche in volto, in diversi luoghi che non hanno nulla a che fare con il luogo dell’omicidio o di residenza. Il tutto è stato ricostruito dai carabinieri che in poco più di un mese sono arrivati ad arrestare il 32enne. Ancora da scoprire il movente che ha portato a commettere l’omicidio. Questione sulla quale gli investigatori sono ancora a lavoro. Successivo all’arresto, infatti, sono state effettuate diverse perquisizioni in luoghi e posti legati all’odierno arrestato "che, ci auguriamo, diano riscontri" concludono.

Ramona Villella

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