Omicidio Lettieri a Cirò Marina, fermato portato in carcere

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Cirò Marina (Crotone) - E' stato portato in carcere un 50enne, sottoposto a fermo con l'accusa di omicidio pluriaggravato di Antonella Lettieri, la commessa di 42 anni uccisa con numerosi colpi alla testa ed alcune coltellate a Cirò Marina la sera dell'8 marzo e trovata il giorno dopo. Si tratta di Salvatore Fuscaldo, bracciante agricolo, marito dell’amica di Antonella. L’arrestato è stato tradotto in carcere dove rimarrà a disposizione della Procura della Repubblica di Crotone, che ha diretto le indagini.

Momenti di forte tensione hanno accompagnato l'uscita di Fuscaldo dalla caserma dei carabinieri della Compagnia di Cirò Marina al momento del trasferimento in carcere. La folla che si era radunata ha infranto il lunotto posteriore dell'auto dei carabinieri sulla quale si trovava il fermato. Il provvedimento è scattato nella serata del 16 marzo dopo l'esito delle perizie compiute dal Ris di Messina, alla presenza dei legali di parte, su alcune tracce ematiche. Secondo quanto si è appreso tracce di sangue della vittima sarebbero state trovate sull'auto di Fuscaldo e su suoi capi di abbigliamento. Nonostante il fermo, le indagini vanno avanti per chiarire ogni aspetto del delitto. Nei giorni scorsi, oltre a Fuscaldo era stata indagata anche la moglie e la persona che frequentava ultimamente Antonella Lettieri per consentire loro di nominare propri periti. Da chiarire anche il movente, che, pare potrebbe essere legato a questioni economiche tra la vittima e il fermato.

Carabinieri: fermo per pericolo fuga e aggravamento posizione indiziaria

Pericolo di fuga e aggravamento della posizione indiziaria: sono questi i motivi alla base del fermo di Salvatore Fuscaldo, emersi durante la conferenza stampa. "Non è una svolta nelle indagini - ha detto il colonnello Salvatore Gagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Crotone nel corso di una conferenza stampa - ma solo una tappa nella nostra attività. Non abbiamo finito di lavorare e stiamo continuando a verificare alcuni elementi appresi nel corso degli interrogatori di persone vicino alla donna. Ne abbiamo sentiti circa una trentina. Inoltre, con lo squadrone Cacciatori di Vibo Valentia stiamo anche perlustrando le zone non urbane di Cirò Marina alla ricerca di elementi di prova ed anche dell'arma del delitto". Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il capitano Giovanni Carlo Porta, comandante del Nucleo investigativo di Crotone, il cap. Alessandro Epifanio, comandante della Compagnia di Cirò Marina ed il luogotenente Antonio Rocca, comandante del Nucleo operativo di Cirò Marina. Gagliano ha aggiunto che sono ancora in corso altre analisi nei laboratori del Ris sugli elementi raccolti sulla scena del crimine e nei luoghi frequentati dalle persone indagate. Oltre a Fuscaldo sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, infatti, era finita la moglie, amica della vittima, mentre si è defilata la posizione di un altro uomo che - per poter procedere agli accertamenti - aveva ricevuto un avviso di garanzia.

Gagliano ha preferito non sbilanciarsi sul movente che ha portato all'omicidio: "Lo vedremo analizzando le prove documentali e scientifiche che abbiamo raccolto. Al momento non si può confermare né escludere alcunché. Stiamo mettendo in ordine le tessere del puzzle ed un contributo potrebbe arrivarci dall'esame del cellulare". Il comandante provinciale dell'Arma di Crotone, infine, si è soffermato su quanto accaduto ieri sera mentre Fuscaldo veniva portato in carcere quando la folla che si era radunata davanti la caserma si è scagliata contro l'auto dei carabinieri sulla quale si trovava Fuscaldo, diretto al carcere. "Abbiamo operato la cattura in modo silenzioso e discreto - ha detto l'ufficiale - mandando una pattuglia in borghese a casa dell'indagato e chiedendogli di seguirci in caserma per notificargli gli atti. Lui è venuto senza alcun commento. All'uscita abbiamo trovato centinaia di persone che sapevano del fermo. Invece per l'omicidio ancora nessuno è venuto spontaneamente a collaborare. Sappiamo che il nostro operato è stato apprezzato, e speriamo adesso di avere un riscontro dai cittadini".

Parla il corteggiatore indagato: sono ancora scioccato 

"Lei mi diceva che non stava bene con lo stomaco" e "credevo che fosse morta per una cosa del genere. Non potevo pensare che fosse stata ammazzata. Quando ho capito cosa era successo, non ho capito più niente. Ancora sono scioccato". Lo ha detto Francesco Manfredi - l'uomo che, come atto dovuto aveva ricevuto un avviso di garanzia dopo la morte di Antonella Lettieri - alle telecamere della "Vita in diretta" su Raiuno. "Ho il cuore bloccato - ha aggiunto Manfredi, che corteggiava la commessa di 42 anni uccisa nella sua abitazione di Cirò Marina - è una persona che amo e vengo accusato nello stesso tempo". Manfredi ha poi precisato che con Lettieri "si sentiva solo al telefono. Rarissime volte quando usciva con le amiche la corteggiavo. Ma lei si manteneva sui suoi passi. Io le dicevo 'ti do tutto il tempo che vuoi, ti aspetterò sempre'".

La nipote di Antonella Lettieri: non vendetta ma il carcere a vita 

"Non vogliamo vendetta. Ammazzarlo sarebbe troppo facile. Deve scontare la sua pena tutti i giorni. Chi uccide non merita di stare nella civiltà, deve stare in carcere, a vita". A parlare così è stata una nipote di Antonella Lettieri, intervistata in diretta durante la trasmissione di Canale 5 'Pomeriggio 5'. Nel corso del collegamento le quattro nipoti della vittima hanno più volte ripetuto che la zia era "come una mamma". Quindi una di loro ha detto che Salvatore Fuscaldo, il 50enne sottoposto a fermo per l'omicidio, "era uno di famiglia. Non avremmo mai potuto immaginare. Perché l'ha fatto? Ci facciamo mille pensieri ma non riusciamo a metterli insieme. Non sappiamo ancora perché".

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