Omicidio Giovanni Gualtieri, parla in aula collaboratore Domenico Giampà

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Lamezia Terme – Domenico Giampà torna in aula a Catanzaro nel processo per l’omicidio di Giovanni Gualtieri freddato in una sala giochi nel quartiere Razionale di Lamezia Terme il 13 novembre 2004, ma lo fa nella veste di collaboratore di giustizia. Imputato in questo processo fino a quando non ha deciso di passare dall’altra parte, Domenico Giampà “Buccacciello” ha manifestato la sua volontà di collaborare in una udienza del processo d’appello “Perseo”. Era stata la pubblica accusa, rappresentata dal pm Elio Romano, a chiedere che venisse ascoltato: il giudice Pietro Carè, aveva accettato la richiesta, dopo che nello stesso processo era stato ascoltato anche un altro Giampà che aveva deciso di “saltare il fosso”. Entrambi sono ancora imputati per questo omicidio, insieme a Vincenzo Bonaddio, Aldo Notarianni, Giovanni Notarianni, Vincenzo Arcieri, Maurizio Molinaro e Antonio Voci.

Domenico Giampà oggi ha deposto in aula, confermando quanto aveva già dichiarato agli inquirenti dal luglio scorso e in linea con quanto già raccontato da altri collaboratori, e che è tutto nero su bianco nei verbali delle sue dichiarazioni. Ha spiegato le varie fasi dell’omicidio, rispondendo alle domande del pubblico ministero e ha raccontato del coinvolgimento nell’omicidio di Vincenzo Bonaddio e Vincenzo Arcieri, spiegando che ci fu più di una riunione per organizzare il delitto. Una di queste riunioni, per come emerso oggi nel corso dell’esame del collaboratore, sarebbe avvenuta proprio la sera stessa dell’omicidio a casa di Rosario Cappello e a questa riunione avrebbe partecipato proprio Vincenzo Arcieri, “boss della montagna”. Nel corso del controesame, tenuto tra gli altri dall’avvocato Aldo Ferraro, il difensore di Arcieri ha chiesto chiarimenti sulla posizione del suo assistito sottolineando, nella sua linea difensiva, come Domenico Giampà avesse potuto venire a conoscenza, in qualità di imputato, del racconto di Pasquale Giampà e di altri collaboratori.

Per questo omicidio, l’accusa ha chiesto complessivamente quasi due secoli di carcere: 30 anni a Pasquale Giampà, Vincenzo Bonaddio, Aldo Notarianni, Giovanni Notarianni e Vincenzo Arcieri, 20 anni di carcere per Domenico Giampà, 18 anni e 8 mesi per Maurizio Molinaro e 6 anni e 6mila euro di multa per Antonio Voci. Si torna in aula a febbraio per la requisitoria del pm e le eventuali repliche dei difensori. 

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