Lamezia, processo Andromeda: la figura dell’imprenditore Perri al centro dell’udienza

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Lamezia Terme - Due testimoni di polizia giudiziaria sono stati ascoltati nella nuova udienza del processo Andromeda scaturito dall’operazione scattata il 14 maggio 2015 contro i Iannazzo-Cannizzaro-Daponte, che si sta celebrando nell’aula Garofalo del Tribunale lametino (Presidente Carè e, a latere, i giudici Aragona e Loscanna). Gli imputati in questo procedimento che hanno scelto il rito ordinario sono: Franco Perri, Domenico Cannizzaro, Vincenzo Bonaddio, Rocco Tavella, Mariantonia Santoro, Vasyl Koval, Raffaele Caparello e Nadia Jannate.

Le testimonianze di oggi si sono concentrate sull’imprenditore Franco Perri: a salire per primo sul banco dei testimoni, il maresciallo Lopresti che ha svolto diverse attività su Perri, per approfondire e riscontrare quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia. Il testimone ha parlato del ‘caso Eurospin’ ovvero il tentativo di impedire la costruzione del supermercato, sulla base del racconto del collaboratore di giustizia Angelo Torcasio. In riferimento al volume d’affari delle società di Perri, ha affermato “tutte hanno avuto un incremento, tranne una, dal 2003 in poi”. Il testimone ha dichiarato anche che è stato “accertato come Franco Perri faceva tutte le scelte strategiche e gestionale delle società”. Perri, a seguito dell’operazione Andromeda, ha rassegnato le dimissioni ma, ha sottolineato il testimone “dopo degli accertamenti effettuati è emerso essere il Dominus delle società”.

Anche l’altro testimone, il luogotenente Lausa del Gico di Catanzaro, ha effettuato degli accertamenti patrimoniali su soggetti vicini alla cosca Iannazzo. “Dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia è emersa la figura di Franco Perri – ha riferito rispondendo alle domande del Pm Elio Romano - non come vittima ma come soggetto organico alla cosca Iannazzo”.

“Dalle dichiarazioni dei collaboratori, accertamenti bancari, intercettazioni della Dia del 2010 (quando Vincenzino Iannazzo era fuggito in Irlanda) – ha raccontato il luogotenente in qualità di testimone - abbiamo tratto l’assunto che Franco Perri era colluso”.

In aula il testimone ha elencato poi i “benefici reciproci: come le assunzioni di dipendenti, l’affidamento di lavori edili per completare il centro commerciale alla commercializzazione di prodotti di persone organiche alla cosca” e ha elencato anche le aziende agevolate. Tra i vantaggi, ha spiegato il maresciallo anche “la protezione mafiosa”. Tra i collaboratori che hanno riferito sulla vicenda, anche Angelo Torcasio, soggetto appartenente alla cosca Giampà, all’interno della quale aveva anche il ruolo di anello di congiunzione tra la cosca di appartenenza e quella degli Iannazzo. Nel controesame l’avvocato Giunta ha chiesto ulteriori precisazioni in merito ai riscontri effettuati, in particolare ha sottolineato come “alcuni fornitori citati già fornivano il centro commerciale”. L’udienza è stata poi rinviata al 27 febbraio alle 12 con la citazione di altri testimoni.

R.V.

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