Antimafia dà ok per sequestro elenchi logge massoniche in Calabria

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Roma – E’ stato deliberato all’unanimità, dalla Commissione parlamentare Antimafia, il sequestro degli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande Oriente d'Italia; Gran Loggia Regolare d'Italia; Serenissima Gran Loggia d'Italia; Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.

Per acquisire la documentazione necessaria, la Commissione ha delegato lo SCICO della Guardia di Finanza di Roma a procedere alle perquisizioni. È l'atto estremo al termine di un lungo braccio di ferro. La presidente della Commissione, Rosy Bindi, ha più volte invitato i vertici delle logge massoniche a fornire gli elenchi per fare luce sul rischio di infiltrazioni di esponenti della criminalità organizzata. Il gran maestro del Goi, Stefano Bisi, si è più volte opposto. Da mesi si punta a chiarire per esempio per quale motivo a Castelvetrano, luogo dove è nato e cresciuto Matteo Messina Denaro, ci sia un numero così consistente di logge massoniche. Ora quindi il cerchio dell'Antimafia si stringe attorno alla massoneria.

In Sicilia gli iscritti al Goi sono 2208 mentre in Calabria 2635. La Commissione parlamentare Antimafia nel corso delle indagini ha tra l'altro audito anche il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia, Fabio Venzi, il Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia d'Italia Ordine Generale degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Massimo Criscuoli Tortora e il Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Antonio Binni. Ma è soprattutto il Goi ad avere il numero più alto di fratelli: gli iscritti sono circa 23 mila appartenenti a 850 logge, ognuno dei quali paga circa 400-500 euro l'anno al Goi che fanno una cifra pari a 11 milioni l'anno. 

Un braccio di ferro che durava da mesi e che non ha placato la tensione tra Goi e la Commissione Antimafia: nei giorni scorsi il Grande Oriente d'Italia ha richiesto la restituzione delle carte che erano state sequestrate dall'allora procuratore di Palmi Agostino Cordova quando condusse l'inchiesta sulle logge massoniche.

Da tempo l'Antimafia ha acceso un faro sui rapporti tra mafie e massoneria sia in seguito agli sviluppi di alcune inchieste della Dda di Reggio Calabria, sia dopo l'audizione della procuratrice aggiunta di Palermo, Teresa Principato, che ha raccontato della rete di protezione di cui gode il boss latitante Matteo Messina Denaro.

Ecco i motivi del sequestro degli elenchi

L’Antimafia spiega poi, nello specifico, per quale motivo ha deciso di disporre il sequestro: “Nel corso di missioni in Calabria e Sicilia, di documentazione acquisita ed audizioni finora svolte, sono emersi preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della 'ndrangheta di settori della massoneria".

Per questo la Commissione parlamentare antimafia ha deciso di avviare una inchiesta, tempo fa, sui rapporti tra mafie e massoneria e anche perché oggi ha deciso di inviare la Guardia di Finanza nelle sedi di quattro obbedienze massoniche per sequestrare gli elenchi degli iscritti in Sicilia e in Calabria.

"Si è anche evidenziata la ricerca di relazioni e convergenze tra uomini delle cosche ed esponenti delle classi dirigenti e imprenditoriali appartenenti a logge massoniche finalizzati al perseguimento di comuni interessi illeciti", spiega l'Antimafia. L'inchiesta nasce sia in prosecuzione di attività svolte da altre Commissioni di inchiesta di precedenti legislature, sia in relazione a fatti di cronaca e procedimenti giudiziari recenti avviati dalle Procure della Repubblica siciliane e calabresi per accertare l'esistenza del fenomeno, così attualizzando fatti simili del passato. Per questa ragione sono state svolte dalla Commissione una serie di attività, comprese audizioni a testimonianza di alcuni Gran Maestri o, comunque, di soggetti appartenenti alla massoneria, audizioni di magistrati di diversi distretti giudiziari e si è acquisita molta documentazione.

"Ritenendo che le stesse logge massoniche, a rischio di strumentalizzazioni mafiose, avessero interesse ad accertare eventuali devianze, è stato chiesto ai rispettivi Gran Maestri in uno spirito di collaborazione - spiega in una nota la Commissione Antimafia - di trasmettere gli elenchi dei loro aderenti alle logge della Sicilia e della Calabria, regioni interessate dalle indagini e con un numero elevato di aderenti alla massoneria". Questi elenchi sono necessari per verificare la presenza, tra gli iscritti, di soggetti riconducibili a vario titolo alle organizzazioni mafiose o in rapporto con le stesse. La Commissione ricorda di aver più volte reiterato l'invito "ricevendo, tuttavia, risposte del tutto negative o dilatorie, in nome del diritto alla privacy o, addirittura, contestando la stessa legittimazione dell'organo parlamentare all'acquisizione.

E per quanto riguarda le obiezioni avanzate dal Gran Mestro del Goi, l’antimafia risponde che “Tali obiezioni appaiono assolutamente pretestuose. In un Paese democratico, non esiste associazione di sorta le cui esigenze interne possano prevalere sulle esigenze di tutela della collettività", rileva la Commissione, presieduta dall'on Rosy Bindi. "D'altra parte - si rileva - le inchieste parlamentari sono un aspetto dell'esercizio della funzione legislativa, finalizzate a svolgere un'attività conoscitiva per poi formulare proposte di carattere normativo". Alla luce del rifiuto da parte dei Gran maestri auditi di consegnare i documenti di interesse dell'inchiesta parlamentare, avvalendosi dei poteri attribuiti dall'art. 82 della Costituzione e dalla Legge istitutiva, del 19 luglio 2013, la Commissione ha oggi deliberato all'unanimità di procedere al sequestro degli elenchi delle logge calabresi e siciliane, delegando lo Scico della GdF di Roma a procedere alle perquisizioni delle sedi nazionali delle quattro obbedienze massoni. 

Fava: "L'invio della Guardia di Finanza è un atto dovuto, nessun accanimento"

L'invio della Finanza dalle obbedienze massoniche "è un atto dovuto. Abbiamo chiesto, dopo l'audizione dei Gran maestri delle quattro obbedienze, di poter ricevere l'elenco degli iscritti, abbiamo reiterato la richiesta, abbiamo posto un limite temporale, abbiamo atteso e spostato in avanti questa data, alla fine siamo ricorsi ad uno strumento che la legge ci affida". Lo spiega il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Claudio Fava, sulla vicenda dell'invio della Finanza presso quattro obbedienze massoniche per sequestrare gli elenchi delle logge della Sicilia e della Calabria. "Le interferenze tra una parte del circuito massonico e le organizzazioni mafiose - prosegue Fava - non sono una millanteria di questa Commissione ma evidenze giudiziarie che ci arrivano dalla Calabria e dalla Sicilia e la necessità di approfondire queste interferenze con la dovuta attenzione fa parte dei compiti per cui questa Commissione, non c'è nessun accanimento". "Il fatto - conclude Fava - avrebbe avuto meno risalto se alla richiesta di consegnare gli elenchi si fosse risposto positivamente invece di far valere un dovere di riservatezza non previsto dalle leggi dello Stato".

La Commissione, "nonostante non sia opponibile in questo caso il diritto alla privacy", ha stabilito che gli elenchi saranno assoggettati al regime di segretezza e quindi non soggetti alla divulgazione.

Gran Loggia Italia: "Da noi spirito collaborativo"

Se il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi ha espresso il suo dispappunto per il sequestro degli elenchi, così come disposto dall'Antimafia, la Gran Loggia d'Italia degli antichi liberi accettati muratori scrive che "con spirito collaborativo, sta ottemperando l'ordine di consegna degli elenchi dei propri iscritti delle regioni Calabria e Sicilia nel pomeriggio di oggi pervenuto dalla Commissione antimafia". Lo dichiara Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia degli A.L.A.M. in seguito alla presenza oggi nella sede nazionale di Roma dell'Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi della Guardia di Finanza su ordine della Commissione parlamentare Antimafia.

"Auspichiamo che il provvedimento possa servire, in via definitiva - sottolinea il Gran Maestro Binni - a chiarire la differenza tra una Associazione rispettosa delle leggi, come la Gran Loggia d'Italia, da altri gruppuscoli sedicenti massonici. Siamo fiduciosi che l'impegno di segretezza assunto dalla Commissione sarà rispettato a tutela della riservatezza dei nostri iscritti".

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