Orsomarso, Cannizzaro e Tallini: “Su ricorso Wanda Ferro la Regione doveva essere neutrale”

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Catanzaro - "Sulla base di quali presupposti la Regione si e' costituita nel procedimento che riguarda l'entrata in Consiglio di Wanda Ferro? Quali le motivazioni per cui l'attuale amministrazione regionale ha indicato il criterio da applicare per l'assegnazione del seggio spettante all'avente diritto? Ritiene il Presidente della Regione che nella circostanza l'Amministrazione regionale abbia agito nella piu' stretta osservanza del principio costituzionale di imparzialita'? Ritiene che la prassi politica, improntata ai principi di equanimita', sia stata rispettata o meno anche nel caso di specie?".

Sono le domande che i capigruppo Fausto Orsomarso (Misto), Francesco Cannizzaro (Cdl) e il consigliere Domenico Tallini hanno rivolto al Presidente della Regione in un'interrogazione a risposta scritta avente come oggetto "Costituzione nel procedimento promosso presso il Tar Calabria, sede di Catanzaro, dall'istante Wanda Ferro. Violazione del principio di imparzialita' e della prassi politica orientata dall'equanimita'. Successivamente - spiegano - alle elezioni regionali del 23 novembre 2014 sono stati promossi, da parte di alcuni candidati non eletti, vari procedimenti giudiziari di carattere amministrativo. Fra questi, anche quelli avanzati da Wanda Ferro, candidata alla Presidenza regionale del Centrodestra e miglior perdente dietro l'eletto Mario Oliverio. Proprio a seguito di un ricorso promosso da Wanda Ferro, giusta sentenza n. 243/2016 la Corte Costituzionale ha disposto la declaratoria: "d'illegittimita' costituzionale dell'art. 1 della legge della Regione Calabria 12 settembre 2014 n. 19 per la parte in cui elimina il rinvio all'art. 5, comma 1, della legge costituzionale 22 novembre 1999, n. 1 (Disposizioni concernenti l'elezione diretta del Presidente della Giunta Regionale e l'autonomia statutaria delle Regioni) anziche' al solo ultimo periodo del comma 1 di tale articolo)".

"In virtu' di tale decisione - e' scritto nell'interrogazione - , Wanda Ferro ha avviato ricorso amministrativo presso il Tar Calabria, sede di Catanzaro, per l'attribuzione del seggio spettantele a seguito della su menzionata sentenza. Da sottolineare che controparti interessate al ricorso sono piu' consiglieri dello schieramento di Centrodestra. La Regione Calabria, con atto definito: 'Note di accompagnamento alla produzione documentale' del 3 gennaio ha esplicitato una linea difensiva ben delineata, improntata a indicare il criterio applicativo per l'assegnazione del seggio spettante alla ricorrente Ferro. La memoria difensiva in questione indicante il criterio anzidetto implicherebbe la decadenza del seggio assegnato all'onorevole Giuseppe Mangialavori. Il tutto, peraltro, - secondo i tre consiglieri - sulla base di un'argomentazione affatto imparziale e fondata". 

Ad avviso di Orsomarso, Cannizzaro e Tallini si tratta di "una costituzione, da parte della Regione, tutt'altro che coerente e rispettosa della prassi politica storicamente improntata, in simili fattispecie, al fair play e alla piu' rigorosa neutralita'". 

 

Mangialavori: "Su ricorso Ferro atto di prepotenza"

 "E' impressionante constatare, in questa specifica vicenda, l'abisso di arbitrarieta', discrezionalita' e direi anche prepotenza in cui l'istituzione Regione, con la guida del presidente Mario Oliverio, e' precipitata". Lo dichiara il consigliere regionale Antonino Mangialavori, in merito alla costituzione in giudizio dell'ente nel procedimento relativo all'esclusione di Wanda Ferro, candidato alla presidenza del centro-destra alle ultime regionali, dal Consiglio.

"Siamo dinanzi - continua Mangialavori, che secondo l'interpretazione attribuita al ricorso regionale dovrebbe lasciare il seggio a ferro dopo il poronunciamento della Consulta sulla vicenda - ad un caso che puo' rientrare perfettamente nel capitolo sulla mancanza di senso delle istituzioni di un manuale di diritto pubblico. Dinanzi a questi aspetti che avrebbero dovuto vedere la Regione in una posizione di rigoroso distacco e piena neutralita' e invece rivelano, nello stesso tempo, assenza di etica pubblica e una visione padronale e privatistica delle istituzioni, proprie di chi non ha la benche' minima consapevolezza di svolgere una funzione pubblica di servizio, c'e' da preoccuparsi ed allarmarsi. La Regione non ha inteso, come sarebbe stato suo dovere - dice - anche per recuperare autorevolezza e credibilita', istituire una commissione d'inchiesta per scoprire chi ha ingannato i calabresi cancellando nella legge elettorale, la scorsa legislatura, il diritto del miglior perdente alla Presidenza di entrare in Consiglio, ma, guarda caso e contro ogni norma etica e giuridica, ora si costituisce in giudizio per indicare chi tra i consiglieri regionali del centrodestra debba lasciare lo scranno. Roba da repubblica delle banane! Ovviamente, - conclude - difendero' le mie ragioni in ogni sede e luogo, ma considero, quanto accaduto, un abuso politico ancorche' giuridico, e un vero e proprio scempio delle regole democratiche".

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