Interrogazione deputati Pd: mancato coinvolgimento magistrati calabresi in commissione intercettazioni sarebbe incongruente

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Catanzaro - "Sarebbe una grave incongruenza che nessun magistrato in servizio nei tribunali calabresi sia stato coinvolto nella formazione della commissione che dovrà occuparsi delle risposte alle intercettazioni". E' quanto sostengono i parlamentari calabresi del Pd Ernesto Magorno, Demetrio Battaglia, Enza Bruno Bossio, Stefania Covello, Bruno Censore, Sebastiano Barbanti, Nicodemo Oliverio e Ferdinando Aiello che hanno presentato sulla vicenda un'interrogazione al ministro alla Giustizia, Andrea Orlando. I parlamentari, con la loro iniziativa, chiedono di "conoscere la verità sulla imminente composizione di una commissione formata da magistrati ed esperti in diritto, che dovrà occuparsi dell'uso delle intercettazioni e di eventuali proposte di modifica della legislazione vigente. Inoltre, mettono in risalto il fatto che, stando alle notizie riportate dai media, in maniera anomala nessun magistrato calabrese sarebbe stato preso in considerazione". "Premesso che alcuni giorni fa è stata riportata da autorevoli quotidiani - affermano nell'interrogazione - la notizia in merito alla costituzione di una Commissione composta da magistrati ed esperti con la finalità di affrontare le delicate questioni attinenti al tema delle intercettazioni e di avanzare eventuali e successive proposte di modifica in riferimento alla legislazione vigente; premesso che alcuni altissimi nomi che dovrebbero far parte di suddetta Commissione sono stati riportati anche a mezzo stampa ma al tempo stesso sembrerebbe non esservi alcun coinvolgimento di magistrati in servizio presso i distretti giudiziari della Calabria" si chiede di sapere "se il Ministro interrogato è a conoscenza di quanto riportato nonché quali sono i criteri eventualmente già individuati per la costituzione di tale Commissione e se risulta davvero sussistere il non coinvolgimento di magistrati che operano in Calabria e conseguentemente, nell'ambito, delle proprie competenze, intervenire eliminando tale palese ed incomprensibile incongruenza".

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