Consiglio regionale approva legge su Garante detenuti

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Reggio Calabria - La Regione Calabria si dota della figura del Garante regionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale. La relativa legge, frutto della sintesi di due distinte proposte di legge presentate rispettivamente, dal Presidente del Consiglio, Nicola Irto (Pd), e da Franco Sergio (Oliverio Presidente), è stata approvata all'unanimità dall'Assemblea di Palazzo Campanella con l'autorizzazione al coordinamento formale).

"Una legge - ha spiegato Sergio - che è il risultato di un approfondito e proficuo lavoro svolto dalla prima Commissione. Quella del Garante è una figura di mediazione, dotata di autorevolezza istituzionale volta a migliorare le condizioni di detenzione dei detenuti. La Calabria era tra le poche Regioni italiane a non essersi ancora dotata di una legge e di questa figura istituzionale, che nei suoi 13 articoli si presenta perfettamente aderente con il dettato Costituzionale". Valutazioni positive e soddisfazione sono state espresse dai rappresentati di tutti i gruppi politici. Wanda Ferro (Misto) ha evidenziato "l'atto di sensibilità del Consiglio sull'istituzione del Garante, nonostante si arrivi in ritardo rispetto alle altre regioni". La Ferro ha, però, proposto di inserire nella legge uno specifico richiamo ed attenzione anche per i minori "che sono presi in carico dal sistema penitenziario minorile".

Dionisio Gallo (Cdl) ha auspicato un'immediata operatività di questa figura, "tanto necessaria - ha detto - per la realtà delle condizioni in cui sono ristretti i detenuti in diversi istituti penitenziari della Calabria, dove sarebbe necessario prevedere anche il Garante per gli operatori e gli agenti della Polizia penitenziaria, che vivono spesse le stesse difficoltà e gli stessi disagi delle persone recluse". Nel ricordare che "le situazioni di vivibilità delle carceri devono essere ispirate al valore etico della stessa vita" e "le situazioni igienico-sanitarie che hanno portato in qualche caso a riscontrare la presenza di gravi patologie tra i detenuti", il capogruppo di Forza Italia, Alessandro Nicolò, ha parlato del Garante come "una figura di alto profilo, che possa garantire non solo i detenuti, ma anche gli operatori che a vario titolo lavorano nelle carceri". Arturo Bova (Democratici Progressisti) ha parlato di "questione di civiltà. Credo - ha affermato Bova - che la situazione degli operatori e degli agenti della Polizia penitenziaria si potrà migliorare se miglioreranno le condizioni di accoglienza dei detenuti. É questa una finalità di questa legge, che dà piena attuazione all'art. 27 della Costituzione". Nell'esprimere "assoluta soddisfazione" per l'approvazione della legge, Francesco Cannizzaro (Cdl) l'ha definita "la vittoria di una battaglia di civiltà che da oggi la Regione Calabria potrà sventolare con orgoglio. Auspico - ha concluso Cannizzaro - che ci sia speditezza nella pubblicazione del Bando per la scelta di chi dovrà ricoprire questo delicato ed importante incarico". Considerazioni simili hanno espresso anche Domenico Bevacqua e Seby Romeo, entrambi del Pd. Il primo ha evidenziato "l'unità di vedute dell'intero Consiglio regionale. É giusto che la nostra istituzione si doti di una figura così importante per un contesto difficile come quello delle carceri". Romeo, da parte sua, ha assicurato che il Garante "sarà sicuramente una figura di assoluto livello istituzionale e sensibilità personale", ed ha invitato l'Aula ad accogliere l'appello di Wanda Ferro "per una migliore specificazione riguardante anche i detenuti minori".

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